L’Europa richiama Apple: secondo la Commissione Europea Apple non ha fatto ancora nulla per migliorare la trasparenza per gli utenti circa il costo reale delle app freemium e soprattutto per quanto riguarda meccanismi migliori per l’autorizzazione all’acquisto in app, funzione da tempo considerata ingannevole soprattutto in considerazione dei numerosi casi di acquisti effettuati inconsapevolmente da bambini e minori che hanno poi generato addebiti stratosferici sulle carte di credito dei genitori. A stretto giro un portavoce di Apple ha dichiarato che al momento iOS e App Store offrono controlli e sistemi superiori a quanto esiste sulle piattaforme concorrenti.
Ricordiamo che l’interesse degli enti di sorveglianza e di tutela dei consumatori si è concentrato da tempo sulle app freemium e gli acquisti in app, anche in Italia, Tra la fine del 2013 e quest’anno è intervenuta però la Commissione Europea che ha richiesto precisi interventi da parte di tutti gestori dei principali store digitali: Apple, Google e anche Amazon. Ora però l’Europa richiama Apple singolarmente come riporta BBC: “Purtroppo, nessuna soluzione concreta e immediata è stata fatta da Apple fino ad oggi per affrontare i problemi legati in particolare alla autorizzazione del pagamento”. E ancora: “Apple ha proposto di affrontare questi problemi. Tuttavia, nessun impegno e nessuna tempistica sono stati forniti per l’attuazione di questi possibili cambiamenti futuri”. Nel comunicato si precisa che proseguiranno controlli e pressioni su Apple da parte della Comunità Europea: “Le autorità CPC (cooperazione per la protezione dei consumatori) continueranno a impegnarsi con Apple per garantire che essa fornisca dettagli specifici dei cambiamenti richiesti e renda le sue pratiche in linea con la posizione comune”. Vale la pena notare che con questo richiamo ufficiale l’Europa autorizza le autorità nazionali ad intraprendere azioni legali contro le società che non rispettano le linee guida della Comunità sulle app gratuite, le autorizzazione e gli acquisti in app.
A stretto giro Cupertino risponde al richiamo della Commissione Europea notando che la propria piattaforma offre tutele superiori rispetto alle piattaforme concorrenti: “Questi controlli vanno ben oltre alle caratteristiche delle altre [società ndr] nel settore” ha dichiarato un portavoce di Apple, aggiungendo: “Siamo sempre al lavoro per rafforzare le protezioni già integrate e stiamo aggiungendo nuove importanti funzionalità con iOS 8, come Ask to Buy, dando ai genitori ancora più controllo su ciò che i loro figli possono acquistare su App Store”.
Ricordiamo che secondo le linee guida proposte dalla Commissione Europea i gestori di negozi digitali di App devono rendere chiaro il costo reale della app freemium e non utilizzare il termine “free”, gratuito, associato con app che contengono acquisti in-app. I giochi non devono contenere esortazioni dirette ai bimbi per acquisti in app e nemmeno convincere i genitori all’acquisto. Ancora i consumatori devono essere adeguatamente informati sulle clausole di pagamento e non devono essere addebitati tramite sistemi automatici senza consenso esplicito.