L’Europa ha paura del digitale nell’abitacolo delle autovetture e non permetterà che Apple o la sua concorrente Google conquistino il controllo del mercato e ne dettino l’evoluzione. Un timore che non deriva dal sistema in sè, ma dalle conseguenze che si potrebbero avere dal dominio in questo settore delle aziende americane che diventerebbero padrone del settore automotive.
La prospettiva che l’UE vuole evitare, viene sottolineata da Günther Oettinger, commissario per l’economia digitale dell’UE, in una recente intervista al Wall Street Journal. Nel faccia a faccia con il giornale economico, il politico tedesco si dichiara molto preoccupato dall’entrata in gioco di colossi come Apple, Google e Facebook come fornitori di sistemi tecnologici all’interno dell’abitacolo.
Secondo Oettinger la trasformazione della vettura in un sistema dipendente da servizi digitali, potrebbe rendere le aziende UE meno indipendenti e più soggette all’influenza delle società che dominano questo ambito, quindi le società americane. “Il rischio – spiega il commissario – è che per stare al passo con la Silicon Valley, i produttori di auto europei dovrebbero integrare i servizi di Google e Apple e Facebook, ma non essere superati da essi, per creare la prossima generazione di automobili. Google, Apple e Facebook sono ben accetti, ma non possono essere autonomi e dettare le regole. Ci deve essere chiara collaborazione in cui le nostre imprese europee sono al comando”. La preoccupazione di Oettinger, anche per ragioni di nazionalità (i principali costruttori di auto europei sono tedeschi), è comprensibile e ben chiara: se l’auto fosse costruita, come prospettano Google o Apple, intorno ad un cellulare, il cloud e la rete Internet in mobilità, chi produce le vetture corre il rischio di finire come i gestori di telefonia che oggi lottano per essere rilevanti e non essere ridotti ad un semplice veicolo, termine quanto mai appropriato in questo caso, di un servizio a valore aggiunto che non controllano, e che si limitano a convogliare guadagnando pochissimo.
Oettinger sembra avere messo nel mirino i colossi USA anche per altri aspetti come il pagamento di una tassa. Questa per ora è solo ” un’opzione, non una decisione” ha detto Oettinger. Il provvedimento comunque dovrebbe far parte di una nuova versione di mercato digitale comunitario dell’Unione Europea, fondamentale per gli sforzi della commissione di nuova Commissione Europea nel rilanciare l’economia nel vecchio continente: “Ventotto mercati frammentati non sono una buona cosa per gli investimenti, non va bene per le start-up, non va bene per lo sviluppo di nuovi posti di lavoro e non va bene per l’utente”, ha detto Oettinger che ammonisce le aziende straniere: “se stanno giocando nel nostro mercato europeo allora abbiamo alcuni strumenti per garantire che agiscano sulla base delle nostre regole”.
Il Commissario accusa le aziende che entrano in Europa e la loro tendenza ad “investire negli Stati con un basso livello di protezione dei dati e per poi estrarre da lì tutti i dati che possono ottenere in tutta l’UE.” La soluzione è quella di creare un insieme di norme europee in materia di protezione dei dati personali.