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L’Emozione Apple raccontata in un libro

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Sette anni di giornalismo Mac, decine di migliaia di chilometri per inseguire il corso di Apple, duecento pagine che possono sembrare un’inchiesta ma che in realtà  sono un tributo alla Mela morsicata, all’azienda di Cupertino, al suo universo fatto di miti e successi, di vicende controverse e di personaggi che hanno cambiato la scena dell’information technology. Questo e molto di più, un vero manuale per capire meglio chi e che cosa sta dietro a quel computer che molti di noi hanno sulla scrivania o sotto un braccio, è il nuovo libro di Antonio Dini, Passione Apple, in arrivo in questi giorni nelle librerie di tutta Italia (e già  in vendita su Bol).

Noi, qui a Macity, lo abbiamo letto tutto d’un fiato. Ammettiamo che questo è stato per andare alla ricerca dei tanti argomenti di cui per tante ore, durante quei lunghi viaggi intercontinentali o in quelle notti insonni, frutto del jet lag, abbiamo parlato con Antonio, cercando di specchiare le sue idee nelle nostre. Nel libro abbiamo così trovato oltre che una storia di una società  che si occupa di informatica ed elettronica di consumo anche una vicenda vissuta personlamente giorno per giorno attraverso le pagine di MacProf e Macity. Ma nel libro abbiamo trovato qualche cosa di più grande, di più universale che una “storia”, un cammino alla ricerca di che cosa ha fatto e fa grande Apple.

Passione Apple non è facile come una ricognizione su una retta linea del tempo ma un percorso circolare e a più livelli che analizza i momenti cruciali dello sviluppo di Apple come la conosciamo oggi ricostruendo la tela delle idee, i percorsi degli uomini, le motivazioni che spingono ogni giorno milioni di persone a concepire gli oggetti con il logo della mela come la risposta ad un sogno: emozioni di cui il libro cerca di fornire la natura con una analisi che utilizza gli strumenti della ricerca sociologica ma anche quelli di chi è direttamente coinvolto in una avventura che lega chi fa nascere a e commercializza il prodotto a chi lo usa nella vita di tutti i giorni.

«Sì – ci dice Antonio – è vero il libro racconta una storia di passione e di emozioni, di successi, sconfitte, rimonte e nuove vittorie. Soprattutto, racconta la storia di un gruppo di persone che in un posto veramente speciale, cioè la Silicon Valley, sono riuscite a diventare gli artisti che fabbricano i nostri sogni tecnologici. Che si inventano letteralmente il futuro dei computer e non solo: oltre ai Mac anche gli iPod e adesso gli iPhone. Io sono solo un cronista, ma nel mio piccolo lo considero il reportage per “il resto di noi”»

Per scrivere questo reportage quali obiettivi ti sei dato? Quali modelli? Dopotutto, la storia di Apple è stata raccontata tante volte e molti appassionati la conoscono molto bene…
«Ho passato tre anni, dei sette da cui mi occupo quotidianamente di scrivere cose su Apple, a chiedermi tra le altre cose proprio questo: come fare a compiere questo lavoro. Raccontare per l’ennesima volta la storia di Apple? Cercare il gossip, le spigolature meno ufficiali? Provare a raccontare i prodotti e le strategie di marketing? Un anno fa, ho deciso che un libro avrebbe seguito tre regole. La prima, che sarebbe stato un libro scritto per una persona curiosa. Una persona che riconosce il logo della mela morsicata, oppure che ha un iPod in tasca, oppure che è stata colpita – nel bene o nel male – da questo straordinario fenomeno sociale che è Apple. La seconda, che sarebbe stato un libro che avrebbe cercato di spiegare i “come mai” di Apple. Come mai ha avuto successo. Come mai ha costruito prodotti che nessun altro riesce a fare. Come mai con Apple le persone si emozionano per un brand tecnologico. Infine, la terza, che sarebbe stato un libro capace di raccontare una bella storia, che vale la pena di essere letta da tutti, ma che avrebbe riservato qualche sorpresa anche per gli appassionati più smaliziati di Apple. Infine, il mio modello è senza dubbio una coppia di giornalisti americani molto diversi tra loro: Steven Levy e William Langewiesche»

In che senso sono stati i tuoi modelli?
«Innanzitutto, sono modelli e basta. Non ho certo l’ambizione di competere con loro! Infatti, Levy è uno dei migliori giornalisti di nuove tecnologie al mondo: dirige la sezione di Newsweek dedicata a queste cose ed ha scritto libri incredibili su Apple riuscendo sempre ad essere chiaro e comprensibile per tutti. Invece, Langewiesche, che è semplicemente uno dei più bravi reporter del pianeta, è una lezione vivete di giornalismo: con uno stile visivo e una semplicità  disarmante riesce a evocare e rendere semplici storie drammatiche e complesse come l’11 settembre, la pirateria marittima o il traffico di armi nucleari. Tutti e due sono degli scrittori provetti. Riuscire a “rubare” anche solo una briciola del loro mestiere vorrebbe dire aver scritto un bellissimo libro, secondo me.

Come hai raccontato la storia di Apple?
«Ho cercato le fonti, leggendo i libri che sono usciti a partire dagli anni Ottanta. E migliaia di articoli di giornale della stampa internazionale. E tonnellate e tonnellate di siti e forum su Internet. Poi, ho avuto la grande fortuna e il privilegio di poter assistere in prima persona a molti degli eventi descritti nel libro, venendo inviato molto spesso negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Infine, ho potuto incontrare tutti i più importanti personaggi di questo settore, Steve Jobs, Bill Gates, Larry Ellison e molti dirigenti di Apple e di altre aziende. Ho parlato con loro e con decine e decine di esperti, di analisti, di semplici appassionati, di colleghi giornalisti di tutto il mondo che seguono da anni Apple: americani, francesi, italiani, giapponesi. E poi, a quel punto è cominciata la parte difficile.»

Cioè?
«La scrittura vera e propria. Le cose che sono rimaste fuori sono tantissime: per motivi di spazio, per motivi di coerenza o di architettura del libro. Per fortuna c’è il web e Macity: molte delle cose scoperte e imparate stanno lentamente comparendo su questo sito, come articoli quotidiani. Per scrivere il libro c’è voluto relativamente poco tempo, rispetto alla ricerca, ma è stato più difficile.»

Tra i personaggi che hai raccontato nel libro, qual è quello che ti ha affascinato di più e quale pensi sia quello che da dietro le quinte ha dato il contributo più importante?
«Il personaggio più affascinante è sicuramente Larry Ellison. Ha un carattere fortissimo, una energia incontenibile, ma anche una grande intelligenza e finezza. àˆ l’incarnazione del sogno americano nella Silicon Valley, anche se viene da New York e Chicago. Il personaggio dietro le quinte è probabilmente Phil Schiller, tra i tanti. Ha svolto nel tempo un lavoro molto importante come capo del marketing mondiale di Apple. E poi non ci dimentichiamo che la ghiera ruotante dell’iPod è una sua idea! Per non essere scontato ho ovviamente escluso dalla conta Steve Jobs: anche solo il suo discorso delle lauree di Stanford è una cosa che mette i brividi. Sono contento tra l’altro di aver dato una mano per la sua pubblicazione in Italia sull’Espresso un anno fa.»

Adesso, finito il libro, cosa ti aspetti?
«Di scoprire se ho raccontato una storia che valeva la pena di essere raccontata in maniera sufficientemente buona. Di riuscire a restituire un po’ di quella passione, di quella intensità  e di quelle emozioni che per sette anni sono stato il pane quotidiano di cui mi sono nutrito. Restituirle ai lettori di Macity, del Sole 24 Ore e dell’Espresso * le testate per cui scrivo * e soprattutto alla comunità  di utenti Apple in Italia. àˆ forse scontato dirlo, ma in questi anni, a partire da quando ho cominciato a usare un Mac nel 1987, non mi sono mai sentito “da solo”. Forse è per questo che è nata la passione di scrivere questa storia: per svelare questo sentimento così strano e intenso che deriva da un computer, da questi strumenti elettronici di Apple. E adesso che ho finito non vedo l’ora che lo leggiate e mi diciate cosa ne pensate. Il mio lavoro infatti è terminato, ma la vita di questo libro è appena iniziata.»

Emozione Apple, dunque, lo consigliamo a chi vuole capire in profondità  la cultura in cui Apple affonda le sue radici e la cultura che è riuscita a creare, ispirare e influenzare in 30 anni di esistenza nel campo della pubblicità , del marketing e non ultimo nell’interfaccia tra dispositivi elettronici ed utenti…

Ricostruire e spiegare le emozioni di crea, di chi propone, di chi sceglie ed usa un prodotto Apple: ci sembra che il libro riesca perfettamente nel suo intento fornendo al lettore una serie di stimoli che allargano la visione al di fuori dello stretto campo della storia della tecnologia, una buona occasione per fare un regalo o per farsi un regalo e aiutarci a capire meglio che cosa ci attrae così irresistibilmente verso quella Mela morsicata e perché per molti di noi è più di un logo, più di un ammasso di circuiti animati artificialmente da un firmware o da un sistema operativo.

EMOZIONE APPLE
Brossura, 192 pagine
Editrice Il Sole 24 Ore
Anno 2007
EAN: 9788883638725

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