Una volta, durante una visita ai laboratori della casa madre di Leica, l’azienda tedesca produttrice delle più famose macchine fotografiche a telemetro che ha inventato il formato 24×36 della pellicola, una signora invitata si stupì: “Ma è più complicata di un cronografo!”.
Quello che la signora stava guardando era un tecnico della manifattura di Leica a Wetzlar che stava facendo manutenzione a una M3, la storica macchina fotografica a pellicola del 1954 che ha aperto l’epoca del reportage e della street photography del dopoguerra. Sotto la calotta di ottone e dietro l’impugnatura protetta da pelle brossurata, c’era un oceano di vitine, ruoteggi, ingranaggi e alberi di trasmissione. Quello che oggi immaginiamo gestito da pochi meccanismi avvolti nella plastica e comandati da un chip, una volta era costruito da centinaia e centinaia di pezzi di micrometrica precisione, degni della migliore capacità artigianale tedesca o svizzera.
Non a caso le Leica erano prima di tutto delle straordinarie “macchine”, così come all’epoca, nel dopoguerra, lo erano le Zeiss e le Hasselblad o le Rolleiflex. Una buona macchina fotografica era un ottimo pezzo di manifattura fine. Ma cosa c’entra questo con la notizia che circola in rete quasi clandestinamente da un paio di giorni? Tutto, ovviamente. Perché se Leica si lancia nel mercato degli orologi di alto pregio non lo fa in maniera avventata o inseguendo un posizionamento di marketing basato sull’idea del “vanity watch” fatto conto terzi (come Diesel e Armani, per citare due marchi prodotti su licenza dallo stesso terzista con orologi al quarzo) bensì lo fa consapevole di avere una tradizione e un investimento di alto livello che può solo portare valore al polso dei suoi pochi e fortunati acquirenti.
Gli orologi di Leica
Leica ha presentato due orologi: L1 ed L2. Ci sono voluti otto anni, spiega Andreas Kaufmann. Chairman di Leica e azionista di maggioranza dell’azienda, ma “è meglio aspettare un po’ ed avere il prodotto giusto fatto per bene”.
Gli orologi sono realizzati in maniera artigianale e sono entrambi segnatempo con l’attenzione a una caratteristica che è parte del brand di Leica: tenere ben a fuoco quel che importante, eliminare quel che non serve. Gli orologi sono a carica manuale, con lancette delle ore e dei minuti e quadrante separato con lancetta per i secondi. Entrambi i modelli hanno cassa da 41 mm, data alle ore 3 e un pulsante per l’avanzamento della data. La differenza tra i due è che L2 ha una ghiera interna che serve per la funzione del secondo fuso orario da 12 ore, e una seconda corona per azionarla.
Il movimento degli orologi è stato realizzato con la collaborazione di Lehmann Präzision ed è visibile grazie al fondello di zaffiro, un rubino rosso incastrato nella corona con funzione push-to-set richiama l’iconico pallino rosso che è il logo delle Leica e che comprare sul frontale di molte delle sue macchine fotografiche. Sul quadrante è esposto anche un indice della riserva di carica (che richiama l’indicatore di un vecchio esposimetro Leica) e l’indicazione se le ore segnate siano diurne o notturne.
Gli orologi sono stati progettati da Achim Heine, designer basato a Berlino che ha già curato la progettazione di una serie di apparecchi Leica in passato, incluse le Digilux 2 e 3.
Come sono e quanto costano
Entrambi gli orologi di Leica sono realizzati con materiali di pregio e soprattutto con meccaniche e lavorazioni di fino. La soluzione del push-to-set della corona serve a sganciare l’albero per la regolazione dell’orario e, a differenza dei sistemi tradizionali dove bisogna tirare in fuori la corona, offre un sistema di attivazione che richiama lo scatto della macchina fotografica.
Il pulsante di settaggio dell’ora funziona anche da blocco e reset del quadrante dei secondi, trasformandolo per L1 di fatto in un semplice cronometro, mentre per L2 serve come reset del time GMT.
La dimensione media della cassa, né molto grande né molto piccola come vuole il gusto contemporaneo, la scelta dei materiali e il quadrante scuro con elementi color acciaio ben marcati e chiari, con più funzioni non apparenti, rende questa coppia di orologi molto gradevole e valida di per sé. La scelta di realizzare un orologio GMT per L2, cioè un orologio capace di indicare un secondo fuso orario (una complicazione amata soprattutto dai vip che viaggiano molto) è stata particolarmente gradevole: la ghiera interna non compromette il design pulito e non fa il verso a nessun campione del settore (come il Rolex GMT II) mentre la selezione di un sistema di 12 anziché 24 ore è una comodità intelligente in più, soprattutto per chi vuole utilizzare l’orologio in viaggio.
Quanto costano e dove si trovano
Leica afferma che i due orologi, anche se fanno adesso il loro debutto, saranno disponibili con “molta calma” e in alcuni paesi per volta. Venduti attraverso la rete di negozi di Leica non saranno a quanto è dato di capire disponibili da subito in Italia ma, per esempio, in Germania e negli Usa, probabilmente anche in Asia.
Una ragione di questo è il flusso completamente artigianale per la produzione e il test di questi orologi, che permette la realizzazione solo di piccoli quantitativi. Il modello L1 costa circa 9.500 euro mentre L2 costa 13.500 euro nello store tedesco.