Nella corsa al megapixel si possono seguire strade diverse. Quella scelta da Leica, la storica azienda tedesca produttrice delle macchine fotografiche che hanno fatto la storia dell’immagine nel tempo e nello spazio, è diversa dalle altre. Leica è una delle pochissime aziende a sviluppare un suo sensore Cmos per la fotografia che abbia qualità fisiche diverse da quelle dei sensori utilizzati dalla concorrenza. Mentre la maggior parte dei produttori utilizza due o tre tipi di sensori e poi diversifica con gli algoritmi (sia nel software che con il chip per l’elaborazione del segnale) il modo con il quale viene generata l’immagine finale Raw o Jpg che sia, Leica lavora in maniera differente.
I sensori di Leica hanno delle microlenti su ciascun elemento (i fotodiodi, che corrispondono ai pixel dell’informazione digitale) posizionati in modo da sfruttare al massimo le caratteristiche ottiche dei leggendari obiettivi Leica. Senza problemi di retrocompatibilità, Leica non disegna nuovi obiettivi per adattarli alla tecnologia di altri, ma sviluppa al massimo la sua tecnologia nei sensori per sfruttare al meglio il lavoro fatto in quasi un secolo con gli obiettivi considerati da alcuni praticamente i migliori al mondo.
La novità di oggi
Ma andiamo con ordine. Oggi Leica annuncia la nuova fotocamera M 10-R con sensore da 40,89 megapixel. È una evoluzione nel cuore della fotocamera a telemetro, che mantiene la scocca identica ai precedenti modelli di Leica M 10, fino ad ora in quattro versioni: la prima M 10 con sensore da 24 Mp Cmos, la M 10-P che, a parità di sensore, ha introdotto una serie di migliorie come il touch dello schermo da tre pollici, la livella integrata e la versione senza logo rosso Leica (che è come dire una Ferrari senza il cavallino) per recuperare il gusto più “street” dell’apparecchio. La terza versione, di cui parleremo più avanti in un altro articolo, è la Leica M 10 Monochrom, con questo stesso sensore da 40,89 megapixel ma privo dei filtri bayesiani per il colore, e quindi con una risoluzione spettacolare perché ciascun pixel “vede” l’immagine in tutta la sua luminosità, seppure su una scala di grigi.
Le caratteristiche delle M 10
Arriviamo quindi alla naturale evoluzione della M 10-R, dove la R sta probabilmente per “risoluzione”. C’è sempre il processore Leica Maestro II, che viene utilizzato su tutta la linea di macchine più recenti di Leica e che è stato realizzato su misura per l’azienda (con ulteriori vantaggi in termini di velocità e potenza di elaborazione computazionale applicata alla specificità degli obiettivi e dei sensori Leica), il sensore Cmos da 40,89 megapixel realizzato in esclusiva per Leica di cui si diceva sopra, lo schermo da 3 pollici TFT touch con 1,04 milioni di pixel, tempi di esposizione da 16 minuti a 1/4000 di secondo, la livella integrata, l’otturatore extra silenzioso che aggiunge un ulteriore livello di “morbidità” agli scatti della M 10-R, gli ISO che si regolano con una ghiera apposita e vanno da 100 a 50.000, la connessione WiFi con app dedicata per iOS e Android (purtroppo con molte funzioni a pagamento) un buffer da 2 GB che tiene 10 immagini DNG, cioè raw in standard Adobe a piena risoluzione, e doppia finitura cromata nera o argento.
Com’è fatta una Leica M
Lanciata nel 1954 come seguito della Leica con obiettivo a vite (o “Leica terze”), la serie M nasce come fotocamera a pellicola “leggera”, con otturatore a tendina e telemetro, quindi senza specchio che si alza come nelle reflex (che troveranno successo solo dopo). A differenza di una fotocamera con obiettivo semplicemente a traguardo, il telemetro consente di mettere a fuoco sovrapponendo l’immagine che arriva da due differenti prese di luce. La meccanica estremamente precisa, i comandi studiati per funzionare in condizioni d’uso diverse e l’eccellenza degli obiettivi hanno consentito alla Leica M di diventare la fotocamera “di rigore” per tutti i professionisti della fotografia di strada: dai fotoreporter a Henri Cartier-Bresson e gli altri grandi della street photography, ma anche ai fotogiornalisti, a chi fa foto in teatro o all’opera (e ha bisogno di otturatori silenziosissimi).
Lo scatto con la Leica avviene selezionando manualmente il tempo di esposizione, l’apertura dell’obiettivo e la messa a fuoco. La stessa cosa si fa ancora oggi con le M digitali (dove si regola anche la ghiera degli ISO manualmente), che in più hanno un display che può funzionare anche da live view, oppure la predisposizione per un mirino digitale da mettere nella slitta a caldo sulla calotta della macchina. Non c’è nessuna ibridazione nel telemetro, a parte i segni che disegnano l’effettiva ampiezza di campo visivo coperta dall’obiettivo montato grazie alla codifica presente sui loro corpi (ma si può correggere anche manualmente per gli obiettivi più antichi). È possibile selezionare sia l’ISO che il tempo di scatto in modalità automatica, programmando dei livelli minimi e massimi: prima crescono gli ISO fino al limite alto e poi calano i tempi di esposizione fino al limite basso, dopodiché la foto viene progressivamente più buia.
La forza della M 10-R
Con il lancio della serie M 10 Leica ha finalmente portato a compimento un percorso di avvicinamento al digitale iniziato con macchine un po’ più grandi e pesanti dei loro predecessori a pellicola. Questo ha interrotto la compatibilità con gli accessori esterni ma non con gli obiettivi, che rimangono sostanzialmente sempre compatibili (c’è un unica eccezione, ed è l’obiettivo Summicron 50mm f/2 dual range, perché con una posizione per fare macro che arretra la lente interna e va a toccare il supporto del sensore: un obiettivo parzialmente incompatibile su 66 anni e qualche centinaio di pezzi diversi, contando anche quelli per le Leica terze con adattatore). Quello che porta in più la R è la risoluzione, vale a dire un sensore senza compromessi che recupera la tradizione di tutti gli obiettivi Leica, da decenni dotati di un potere di risoluzione dell’immagine superiore a quello della pellicola e a quello di molti sensori digitali in commercio.
La M 10-R funziona sostanzialmente come una piccola e portatile medio-formato, ma mantenendo la geometria ottica di una 35mm, cioè il full frame che è il riferimento per tutte le ottiche in commercio e anche il nostro riferimento mentale. Le immagini di M 10-R sono spettacolari e possono essere ridotte di più di metà senza perdita apparente di nitidezza, densità di particolari o risoluzione. Questo perché Leica continua a lavorare sul posizionamento delle microlenti sul sensore: anziché riprogettare gli obiettivi (come fa la concorrenza) e pompare la fotografia computazionale (correzione dell’immagine a posteriori dallo scatto) Leica ha sostanzialmente riprogettato il sensore per renderlo più adatto ai suoi obiettivi dell’ultimo mezzo secolo. Inoltre la macchina usa le stesse batterie con la stessa autonomia della M 10 da 24 Mp: dato che le informazioni da registrare sono il 60% in più, questo significa che il funzionamento è diventato ancora più efficiente.
Il prezzo e il posizionamento
L’altra variabile da sapere sempre quando si parla delle fotocamere prodotte da Leica è che si compra un prodotto artigianale made in Germany. Per fare un paragone, Leica progetta e produce internamente i suoi obiettivi studiando le composizioni chimiche dei vetri degli obiettivi e facendosele realizzare su misura. Ogni anno produce 30mila obiettivi. Canon, per fare un paragone, ne fa 15mila al giorno. La M 10-R è disponibile dal 20 luglio (ma si può già vedere negli store) al costo solo corpo di 8.125 euro Iva inclusa. È previsto anche per la M 10-R il servizio “a la carte” di Leica che fa fare una serie di modifiche alla macchina realizzate direttamente negli stabilimenti in Germania, con cambio calotta, incisioni, rivestimento in pelle del corpo, rimozione del bollino rosso e altre cose.
La macchina è adatta a fare dei crop importanti delle immagini, e a lasciare ampi margini di manovra in post produzione, aprendo la via ad esempio a un suo uso in studio per ritratti più mobili o per fotografia pubblicitaria e industriale. Ma è anche molto indicata per un uso tutto in esterna (la sua vocazione iniziale) con predilezione per la street photography ma anche per i paesaggi. Il mercato professionale non è lo sbocco principale di Leica, oggi, ma con questa macchina un’altra fettina se lo volesse potrebbe fare il passaggio, considerando anche che molto spesso l’attrezzatura viene noleggiata. Molti fotografi professionali usano Leica M come propria macchina personale e da viaggio, e poi c’è una lunga lista di appassionati di talento che ne fanno un piccolo tesoro, oltre ai collezionisti che vedono in questo tipo di macchine un oggetto bello più che uno strumento da usare.
Qui sotto gli scatti originali ridimensionati per mostrare l’intera inquadratura seguiti subito dopo da un crop senza ridimensionamento (le foto croppate sono larghe da 1800 a 2400 pixel circa)
Qui sotto un crop dagli stessi scatti senza ridimensionamento
Cosa vuol dire scattare con una M
Chi scrive ha scattato nel corso della sua vita sia con Leica M a pellicola che in digitale, del quale ha seguito dalla M9 in avanti i progressi, sia nelle versioni “tradizionali” che in quelle estremamente singolari e uniche sul mercato delle M Monochrom (non c’è la “e” finale perché è tedesco per “monocromatico”). L’esperienza di uno scatto con una Leica M richiede ripensare la propria esperienza come fotografi, reimmaginare l’uso dell’apparecchio, la sua velocità, le sue potenzialità e i suoi limiti. È come imparare a scrivere con la stilografica anziché con la penna biro: è tutto diverso anche se il risultato è molto simile.
È facile da usare? Dopo che ci si è presa la mano, sì: è molto facile e intuitiva. In realtà è semplice perché costringe a ristudiare i fondamentali della fotografia e non complica la vita con mille variabili da configurare. I menu della serie M 10 sono pochi e ben ideati, le caratteristiche veramente importanti della fotografia sono legate al triangolo dell’esposizione, alla possibilità di fare braketing, e a una buona manualità per la messa a fuoco. Che con la tecnica iperfocale, semplicemente impossibile con le macchine fotografiche digitali tradizionali, può rendere più veloci della più veloce macchina automatica. È una macchina per tutti gli appassionati? No, ma solo per via del prezzo, perché in realtà dovrebbe essere accessibile per tutti. Il prezzo però è in funziona di cosa si compra, e in questo caso il valore è quello, ed è davvero molto.
Per ulteriori informazioni su Leica M 10-R vi rimandiamo al sito di Leica.