L’Australia mette al bando i social per i minori di 16 anni. Il Senato ha approvato la proposta per quella che diventerà la prima legge del genere al mondo. Ai minori sarà impedito l’uso di piattaforme quali TikTok, Instagram, Snapchat e Facebook, una scelta che, a detta del governo australiano, è fondamentale per proteggere la salute e il benessere mentale dei più giovani.
Il disegno di legge per la sicurezza online (l’età minima per essere presenti sui social) prevede ammende fino a 50 milioni di dollari australiani (circa 30 milioni di euro) per le piattaforme che sistematicamente non impediscono ai giovani di disporre di account.
Ci vorrà un anno prima che la legge entri in vigore, permettendo alle piattaforme di elaborare soluzioni tecnologiche pensate per proteggere anche la privacy online. Ma fin da ora l’impresa sembra tutt’altro che semplice da mettere in pratica.
Il disegno di legge è passato al Senato con 34 voti a favore e 19 contrari. Mercoledì 27 novembre la Camera dei Rappresentanti ha approvato in modo schiacciante la normativa con 102 voti favorevoli e 13 contrari.
La proposta di legge è frutto del lavoro di un Comitato parlamentare misto che ha spinto per regolamentare le piattaforme social media alla stregua di fornitori di servizi di telecomunicazione, in virtù della quantità di comunicazioni e contenuti (anche pericolosi) che passano da queste piattaforme.
Vari esperti interpellati dal comitato, sono concordi nell’affermare che piattaforme quali Facebook sono di dimensioni tali e particolarmente legate a problemi della sicurezza dei minori, da rendere fondamentali controlli maggiori, come quelli ai quali sono sottoposti gli operatori di internet e di telefonia.
Ora che l’Australia ha approvato la prima legge al mondo che vieta i social sotto i 16 anni, non rimane che attendere per osservare se questo costituirà un precedente da cui altri stati prenderanno esempio o se invece rimarrà un caso isolato.
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