Il campionato di Serie A è praticamente in ferie, considerando che si aspetta solo l’ultima partita tra Atalanta e Fiorentina del prossimo 2 giugno: eppure la Lega Calcio Serie A ha deciso di portare in tribunale Cloudflare, uno dei più grossi provider americani, accusandolo di favorire la pirateria.
Secondo la Lega Calcio Cloudflare sarebbe colpevole di favorire i siti pirata, dando loro gli strumenti necessari per trasmettere le partite, aggirare i blocchi del Piracy Shield ed, eventualmente, sfuggire ai controlli.
In particolare, secondo quanto evidenziato da Repubblica, Cloudflare si macchierebbe di tre condotte illecite. La prima, sarebbe quella di fornire gratuitamente la VPC e la CDN per trasmettere nell’anonimato. Quest’ultima è una rete di server interconnessi che velocizza il caricamento di pagine Web per applicazioni ad alto contenuto di dati, proprio come nel caso delle trasmissione di eventi sportivi in streaming.
Ed ancora, secondo la denuncia, Cloudflare fornirebbe il resolver DNS 1.1.1., che ha il compito di bypassare il blocco dei domini; ultimo, non per importanza, il colosso statunitense fornirebbe un sistema per spostare i server da IP a IP, in modo tale da aggirare eventualmente i blocchi IP. Questo farebbe sì che una volta bloccato l’IP, un server IPTV potrebbe comunque essere raggiunto tramite un’altra URL, il tutto nel giro di pochi secondi.
Queste tre condotte, prese singolarmente, potrebbero non essere comunque illegittime. Ed infatti, qualsiasi provider di grosse dimensioni fornisce sistemi di questo tipo. Ed allora, l’accusa è quella di coprire i pirati, non fornendo i registri log di connessione. Dal canto suo, ovviamente, Cloudflare nega qualsiasi addebito contestato, ed anzi in passato è stata protagonista di una protesta proprio contro Piracy Shield.
Il retroscena
Ed infatti, nel febbraio scorso, durante i primi tentativi di Piracy Shield di bloccare il calcio pirata, venne bloccato per errore l’IP di una CDN fornita da Cloudflare. Di tutta risposta il colosso creò un fac simile di mail di protesta, invitando 2000 utenti ad inoltrarla in segno di protesta ad Agcom. Con la denuncia della Lega calcio, però, le posizioni sembrano essersi oggi invertite.
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