Per protestare contro il paventato sistema ideato da Apple che prevedeva meccanismi con i quali individuare su iCloud e in iMessage materiale pedopornografico, l’Electronic Frontier Foundation (EFF) – organizzazione non profit rivolta alla tutela dei diritti digitali e della libertà di parola nel contesto dell’odierna era digitale – nell’ambito dell’ultimo keynote della Mela del 14 settembre ha fatto volare un aereo sull’Apple Park (e sull’altro quartier generale a 1 Infinte Loop di Cupertino) con uno striscione, sul quale era riportato il messaggio: “Apple: Don’t scan our phones! EFF.ORG/APPLE” (Apple non scandagliare i nostri telefoni, e il link al sito dell’organizzazione).
L’EFF riferisce di avere scelto la “pubblicità aerea” per fare in modo che gli attuali piani di Apple su tecnologie contro la diffusione di materiale che mostra abusi sessuali sui minori (CSAM, acronimo di “child sexual abuse material” in inglese) non finiscano nel dimenticatoio. Il sistema che aveva ideato Apple è stato lodato da alcune associazioni americane (e anche italiane) ma alcuni esperti e diverse organizzazioni per i diritti digitali hanno espresso preoccupazioni in merito (inclusi Edward Snowden e la stessa Electronic Frontier Foundation), evidenziando che funzionalità simili in futuro potrebbero essere sfruttate per identificare non solo materiale pedopornografico ma anche altri tipi di immagini (es. simboli e foto non gradite a governi e regimi vari).
Apple ha prima cercato di spiegare in vari modi che il sistema teneva conto di meccanismi sulla privacy, tenendo conto di specifiche porzioni di lettere e numeri (hash) ottenibili confrontando le immagini con archivi CSAM già noti alla ricerca di possibili corrispondenze, e che solo in questi cassi sarebbe scattata la verifica. L’EFF aveva nel frattempo raccolto migliaia di firme chiedendo a Apple di abbandonare il progetto; stesa cosa altre organizzazioni, criticando l’azienda per avere deciso unilateralmente cosa fare su argomenti così delicati. All’inizio di settembre Apple è sembrata rinunciare, almeno per ora, al progetto: «Visti i riscontri da parte dei clienti, dei gruppi per la tutela dei minori, dei ricercatori e di altri soggetti”, si legge in un comunicato, “abbiamo deciso di prenderci altro tempo nei prossimi mesi per raccogliere suggerimenti e apportare dei miglioramenti prima di diffondere queste funzionalità essenziali per la sicurezza dei bambini». A Cupertino parlano, in altre parole di rinvio, parola che non sembra piacere all’EFF, pronta a battagliare fino a che l’idea non sarà del tutto abbandonata.