Lee Kun-hee, il presidente di Samsung colpito da infarto. Ne dà la notizia, nelle scorse ore, il Wall Street Journal, che riporta anche dichiarazioni rese al Korea Herald da una fonte interna alla società, secondo la quale il dirigente aveva già subito un intervento al cuore a Seul poche settimane fa. Del resto non sono un segreto le condizioni di salute non buone del settantaduenne, che già negli anni ’90 – poco dopo aver ereditato il timone del colosso dell’elettronica di consumo – era stato operato di cancro ai polmoni, e che la scorsa estate era stato colpito da una polmonite che lo aveva costretto ad un altro ricovero.
Anche se Kun-hee non ha il peso che hanno o hanno avute altre figure di leadership in aziende dell’hi-tech (si pensi naturalmente a Steve Jobs), resta comunque il nodo della successione. Secondo molti analisti tutto avverrà in maniera indolore: del resto il titolo non ha avuto grandi fluttuazioni in borsa dopo la notizia dell’infarto, anzi, facendo segare qualche punto di recupero rispetto alle giornate precedenti. La strada più probabile è quella dinastica, con un passaggio di consegne al figlio Lee Jay-yong, quarantacinquenne attualmente vice presidente della società. La stessa strada che già il nonno e fondatore di Samsung Lee Byung-Chull aveva percorso quando aveva lasciato il comando a Kun-hee, che dalla fine degli anni ’80, contribuendo a rendere Samsung una delle più grandi e solide realtà dell’informatica e della tecnologia di consumo al mondo.
I nodi che Jay-yong dovrà affrontare saranno proprio quelli legati alle scelta da fare per mantenere questa posizione, con il valore delle azioni sceso di diversi punti rispetto all’anno scorso, il modello di punta nel settore smartphone (Il Galaxy S5) che non è riuscito a replicare il successo (enorme) del S4 e la necessità di difendere quote di mercato che per la prima volta da anni nel 2014 sembrano venire intaccate.