I guai per Lee Jae-yong – erede di Samsung – non sembrano finire mai. Dopo essere stato condannato a due anni e mezzo di prigione da un tribunale di Seoul, accusato di corruzione (ha ottenuto la libertà vigilata ad agosto di quest’anno) ora è stato condannato per uso illegale di stupefacenti.
La Corte distrettuale centrale di Seul ha inflitto a Lee una sanzione di 87 milioni di won, circa 60 mila dollari, per uso illegale di stupefacenti; a quanto pare il è contestato l’uso del propofol, un potente anestetico. A riferirlo è l’agenzia Yonhap spiegando che al presidente di Samsung è stato contestato il possesso di questo farmaco sfruttato nel campo dell’anestesia, sfruttato 41 volte in una clinica cosmetica di Seoul tra il 2015 e il 2020.
Il giudice Jang Young-chan ha dichiarato che i capi di imputazione contro Lee Jae-yong sono molto seri, considerando la sua posizione e l’influenza e il numero di volte che ha usato illegalmente l’anestetico in questione. Il giudice ha ad ogni modo riferito che il vice presidente di Samsung ha già confessato suoi reati e non ha precedenti legati a queste nuove accuse.
L’uomo di Samsung non è nuovo ad attività poco chiare e si deve difendere anche per una presunta attività di manipolazione del prezzo delle azioni, nell’ambito di due aziende affiliate di Samsung.
Lee era stato condannato da un tribunale distrettuale a cinque anni di prigione. Era stato liberato nel 2018 dopo che un tribunale di appello aveva disposto la sospensione della pena. Nel 2019 la Corte suprema aveva ordinato un nuovo processo, ritenendo che il giudice di appello avesse erroneamente respinto alcune delle accuse contro Lee.