Secondo Bloomberg, HTC sta esplorando nuove prospettive strategiche per risollevarsi dalla crisi che allo stato attuale non sembra essere in grado di superare.
La prima opzione sembra quella di scorporare Vive, la divisione che si occupa della realtà virtuale, e di venderla al miglior offerente. HTC ha appena abbassato il prezzo del suo visore VR Vive di 200 dollari, nel tentativo di rendere il dispositivo accessibile a più consumatori e la cessione del business appare al momento la soluzione più logica.
Un’altra opzione per HTC, che Bloomberg riferisce essere significativamente meno probabile, è però la vendita di tutta la società. Trovare un singolo acquirente per tutta HTC non sarebbe facile, il che renderebbe più ragionevole separare il business di Vive da quello degli smartphone. I guadagni finanziari di HTC continuano a diminuire, anche se l’azienda è riuscita a ridurre le perdite operative negli ultimi trimestri.
L’ultimo smartphone di punta di HTC, l’U11, ha guadagnato recensioni positive per le sue prestazioni e la sua eccellente fotocamera, ma a livello di vendite e popolarità commerciale l’azienda fatica sempre più a tenere il passo di rivali come Samsung o Huawei.
Secondo ComScore la quota di mercato di HTC in USA sarebbe oggi solo di poco più del 2 per cento; cifra irrisoria se si pensa che nel 2011 HTC era il primo produttore smartphone per vendite in USA.
Vive però ha ottenuto un buon riscontro, registrando vendite di oltre 190.000 unità nel primo trimestre secondo IDC. Una versione standalone del Vive sta per arrivare in Cina e HTC sta anche lavorando su un dispositivo VR autonomo che gestirà il software di realtà virtuale di Google.