Fino a pochi mesi fa era la startup più valutata al mondo, stimati 46 miliardi di dollari, ma le vendite Xiaomi di smartphone sono crollate sotto i colpi dei concorrenti cinesi. La magia del dinamico marchio di Pechino ha cominciato a entrare in crisi questa estate, con la diffusione dei dati di mercato del secondo trimestre e poi di quelli successivi.
A seconda dei report nel secondo trimestre le vendite Xiaomi di smartphone in Cina sono crollate del 38% o del 26%, da qui alcuni analisti osservano che in base ai ricavi attuali, il valore stimato di Xiaomi ora potrebbe essere di solamente di 3,6 miliardi di dollari, contro i 46 miliardi di solo pochi mesi fa.
Ma Hugo Barra non sembra affatto preoccupato «Fondamentalmente stiamo vendendo smartphone senza fare soldi… ci preoccupiamo per i flussi di entrate ricorrenti nel corso di molti anni» ha dichiarato il vicepresidente globale riportato da Mobile World Live. Per dimostrare meglio la situazione Barra ha offerto anche un esempio «Potremmo vendere 10 miliardi di smartphone e noi non faremmo un solo centesimi di profitti». La strategia di vendere l’hardware al prezzo di costo non è nuova: secondo gli osservatori ora Xiaomi punta a realizzare ricavi e profitti dai dispositivi per la smart home, molto gettonati in Cina tra cui rientrano anche bollitori di riso e purificatori d’aria.
I piani per il futuro immediato prevedono l’inizio della commercializzazione anche in USA. Per la prima volta Xiaomi sarà presente al CES di Las Vegas a gennaio 2017 per il suo primo lancio in USA e internazionale. Sembra che la novità di prodotto sarà un modem 4G per l’accesso a Internet all’estero per i turisti cinesi in USA, un primo passo per prendere confidenza con il mercato statunitense.