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Le truffe online con la finta assistenza tecnica tornano di moda

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“Il tuo computer è stato bloccato. Chiama per supporto”: questo messaggio è solo un esempio dei cosiddetti “technical support scam” (o TSS), attacchi che attraverso falsi alert relativi a inesistenti problemi tecnici puntano ad estorcere denaro agli utenti.

Noti da tempo, i TSS si sono evoluti: ciò che era iniziato come uno scam telefonico negli ultimi anni si è trasformato in un modello pull che utilizza contenuti web per indurre le vittime a contattare call center fraudolenti.

La recrudescenza di questo fenomeno viene evidenziata da Sophos (azienda specializzata in software di sicurezza) che, partendo da siti che sfruttano un bug trovato nei browser Firefox, hanno scoperto una serie di pagine fake per il supporto tecnico che eseguono attacchi simili su altri browser e che si diffondono attraverso annunci pop-under.

Mentre in passato queste truffe si sono in gran parte concentrate su obiettivi di lingua inglese, recentemente sono state trovate versioni di questi attacchi “browser lock” anche per utenti di altre lingue, tra cui giapponese, tedesco e francese. Una volta colpiti, risulta molto difficile liberarsi dall’attacco a causa di due principali espedienti usati: “evil cursor”, in cui il cursore compare in una posizione diversa da quella in cui realmente si trova o scompare del tutto, e il “infinite download”, che sovraccarica il browser.

Le truffe online con la finta assistenza tecnica tornano di moda

Nel corso della ricerca sui “browser lock”, Sophos ha anche riscontrato un gran numero di fake alerts che hanno come obiettivo quello di attaccare i dispositivi mobili. Queste truffe, che utilizzano pagine web create per assomigliare agli alert dei sistemi operativi dei dispositivi mobile, seguono lo stesso schema delle truffe su desktop, in quanto sono collegate ad attacchi basati su falsi alert di supporto tecnico o al download di PUA (Potentially Unwanted Applications), comprese le applicazioni “fleeceware” negli app store di Google e Apple.

Questo tipo di pagine truffa esistono da diversi anni, e vanno considerate tuttora una grave minaccia, soprattutto in considerazione dei punti deboli nelle difese dei pop-up nei browser su mobile: poiché non contengono alcun codice che possa essere immediatamente riconosciuto come dannoso, la maggior parte di essi non innesca alcun tipo di rilevamento anti-malware. Questi attacchi sono una sorta di versione “scareware” di pubblicità dannosa, che prende il nome di “scarevertising”.

Le truffe online con la finta assistenza tecnica tornano di moda

Nel corso della ricerca, Sophos ha rilevato diversi casi in cui la stessa rete pubblicitaria URI avrebbe prodotto sia pop-up falsi su cellulari che su desktop, oltre a pubblicità legittime e altre pagine pop-up/pop-under potenzialmente indesiderate. Bisogna però ricordare che le reti pubblicitarie specializzate in pop-under, tra cui PopCash.net e PopAds.net (che afferma di avere “il più avanzato sistema anti-frode di sempre”), hanno meccanismi di segnalazione di annunci malevoli. Ma poiché questi falsi avvisi vengono inoltrati attraverso gli inserzionisti da una serie di fonti di acquisto di traffico che suddividono il traffico tra più acquirenti, bloccarli significherebbe danneggiare in modo sostanziale anche i modelli di business delle reti pubblicitarie.

Sean Gallagher, Senior Threat Researcher di Sophos spiega: “La stragrande maggioranza dei fake alert che abbiamo trovato nelle malvertising networks ha preso di mira i browser mobili. Android e iOS sono diventati il bersaglio preferito per le pubblicità dannose, in quanto offrono il maggior traffico online e dunque un maggior numero di modi per portare gli attacchi a buon fine.

Ad esempio, alcune funzioni dei browser su device mobile, come ad esempio iOS Safari, possono far comparire pop-up che consentono di fare telefonate, risparmiando ai truffatori la necessità di dover chiamare dal nulla le vittime o di adottare strategie di phishing vocali.

Le truffe online con la finta assistenza tecnica tornano di moda

Nonostante siano presenti messaggi efficaci, come ad esempio l’avviso di un sito non sicuro, alcuni utenti possono venire ingannati dall’apparente messaggio di sistema che appare in questa pagina. L’intenzione dei truffatori è sicuramente quella di distribuire il messaggio dannoso alle vittime.”

Come proteggersi

Sui computer ci sono diversi modi per evitare di incorrere in un fake alert. I sistemi di blocco dei pop-up del browser offrono una certa protezione, ma non completa, contro le pubblicità pop-under. I blocchi dei tracker, come il Privacy Badger dell’EFF, possono eliminare i tracker per le reti di malvertising, impedendo il caricamento dei pop-under. Anche i blocchi basati sulla reputazione e la protezione dai malware possono bloccare molti di questi siti .

Per quanto riguarda il mondo mobile, tuttavia, rimane in gran parte un problema di educazione degli utenti. Mentre Apple e Google hanno reso più difficile per i truffatori sfruttare le funzionalità del browser per attaccare la privacy degli utenti e installare applicazioni indesiderate, le difese “pop-up” rimangono deboli e le truffe nelle app store persistono. Con l’aumento delle protezioni sui desktop contro il malvertising, un numero sempre maggiore di truffatori si concentrerà sui punti deboli dei dispositivi mobili.

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