Quando parliamo di futuro, c’è sempre un problema: non sappiamo come andrà a finire. Pensate ai grandi scrittori di fantascienza del dopoguerra, soprattutto agli influenti autori cyberpunk (William Gibson, Bruce Sterling, Neil Stephenson). Nessuno di loro ha previsto Facebook o l’evoluzione degli stati nazionali che usano le tecnologie per scopi geopolitici (e le cyberguerre digitali). Non si può prevedere il futuro e immaginare cosa sarà il metaverso, parola come sappiamo rubata a Snow Crash di Stephenson, è semplicemente impossibile.
Della parola si è appropriato Mark Zuckerberg, l’ha fatta sua e molti ci hanno visto pura speculazione e un modo per rifare il belletto all’azienda in difficoltà regolamentari e d’immagine: campano succhiando i dati personali degli utenti e monetizzandoli, praticamente, funzionando anche da cassa di risonanza per le peggiori nefandezze della rete.
La strategia di Facebook
In realtà è una manovra evasiva ma è anche segno della estrema capacità reattiva di Zuckerberg che, non dimentichiamo, a suo tempo fu capace di indovinare il passaggio storico da Pc a smartphone e convertì il sito web di Facebook in una app quando ancora le app erano pochissima cosa. Nessuno credeva ce l’avrebbe fatta e invece adesso è difficile immaginare Facebook (o un altro social) che non sia prima di tutto una app.
E soprattutto, Zuckerberg fa sul serio: ha investito centinaia di milioni, assunto migliaia di persone, lavorato su tecnologie di frontiera e tutto per cercare di sviluppare qualcosa che arriverà tra molto tempo, almeno dieci anni. Quindi, quando leggete (anche qui) delle critiche all’idea di metaverso, non pensate che però Zuckerberg non ci creda e ci stia lavorando veramente. È un po’ come il discorso delle auto a guida autonoma: non ci sono ancora veramente, ma il settore ci crede e ci lavora sopra.
Percorsi
Però, se l’auto a guida a guida autonoma ha un percorso costruito, una strategia, un lavoro fatto per capire dove si andrà (con molti problemi e cambi di velocità e direzione strada facendo, per restare nella metafora) per quanto riguarda il metaverso la situazione è diversa. C’è invece molto più hype, molta più esaltazione di chi lo usa come strumento di marketing per valorizzare la propria azienda (così come succede con i big data e l’intelligenza artificiale: temi ricorrenti nei prospetti dei venditori di fumo che cercano di accreditarsi con improbabili startup tenute assieme con lo spago).
La domanda a questo punto diventa: come si fa a capire cosa c’è di buono e cosa no? Qual è la traiettoria e quali saranno le regole di ingaggio per arrivare al metaverso? Per capire cosa sia, forse vale la pena immaginare come è fatto, cioè come funziona. Visto che il metaverso ancora decisamente non esiste, possiamo però immaginare i risultati se cerchiamo di trovare le regole che gli daranno forma. E queste regole esistono: le ha scritte il “padrino della realtà virtuale”, cioè l’italoamericano Tony Parisi.
Perché sette regole
Parisi lavora sui temi della realtà immersiva e del 3D dagli anni Novanta. È il padre del VRML (linguaggio per rendere il web 3D del 1994) e di decine di altre tecnologie. Ha scritto libri, partecipato a grandi campagne di sviluppo tecnologico per arrivare alla realtà immersiva. E ha scritto il quadro di riferimento della realtà immersiva: sette regole semplici semplici per dire come sarà fatto il prossimo grande sviluppo delle comunicazioni globali.
«Le idee abbondano – scrive Parisi – svincolate dalla pratica e dalla realtà pratica. I ricercatori ben intenzionati ma ingenui stanno cercando una base concettuale su cui far partire il loro lavoro. Gli attori radicati con obiettivi specifici stanno tentando di dirigere favorevolmente la conversazione in un’offerta anticipata per il dominio del mercato. Tutto questo viene amplificato, rimosso dal contesto e ripetuto con un rumore crescente aggiunto al segnale originale tramite i social media. Alla fine, nessuno di questi discorsi pubblici avrà importanza. Verrà il giorno in cui guarderemo a ciò che abbiamo realizzato e sapremo di averlo fatto».
Secondo Parisi, «Non sappiamo esattamente quale forma assumerà il Metaverso. Neanche questo importa. Ciò che conta è che un giorno, una rete globale di contenuti spazialmente organizzati, prevalentemente 3D, sarà disponibile a tutti senza restrizioni, per l’uso in tutte le attività umane: un mezzo nuovo e profondamente trasformativo, reso possibile da importanti innovazioni nell’hardware, nell’interfaccia uomo-computer, infrastruttura di rete, strumenti di creazione ed economie digitali».
Ecco le sette regole:
1. Esiste un solo Metaverso
2. Il Metaverso è per tutti
3. Nessuno controlla il Metaverso
4. Il Metaverso è aperto
5. Il Metaverso è indipendente dall’hardware
6. Il Metaverso è una rete
7. Il Metaverso è Internet
Le regole, spiegate bene
- C’è un solo Metaverso. È la somma totale di tutti i mondi virtuali accessibili al pubblico, i contenuti 3D in tempo reale e i relativi media collegati su una rete globale aperta, controllata da nessuno e accessibile a tutti.
- Il Metaverso è per tutti, come definito dalle nostre più ampie regole sociali di inclusione. Questa non è una dichiarazione politica o socioeconomica; è una constatazione etnografica che ha implicazioni politiche e socioeconomiche.
- Nessuno controlla il Metaverso. È un bene comune universale per la comunicazione digitale e il commercio, intermediato secondo necessità, governato come richiesto dall’interesse comune, verso il massimo bene per il maggior numero di persone.
- Il Metaverso è aperto. Si basa su tecnologie e strumenti interoperabili, collegati tramite standard di comunicazione liberi e aperti rigorosamente definiti e ampiamente concordati.
- Il Metaverso è indipendente dall’hardware, accessibile su qualsiasi dispositivo indipendentemente dal tipo di visualizzazione e dal fattore di forma. L’accessibilità per le persone diversamente abili è fondamentale.
- Il Metaverso è una rete di computer che collega le esperienze virtuali pubblicamente accessibili del mondo, i contenuti 3D in tempo reale e i relativi media. La novità rispetto alle reti del passato è che presenta le informazioni digitali nella forma di spazi, posti, oggetti e utenti tridimensionali. Questo facilita la comunicazione. Gli ambienti sono persistenti da una sessione all’altra (cioè le modifiche restano).
- Il Metaverso è Internet, migliorato e aggiornato per fornire costantemente contenuti 3D, informazioni ed esperienze organizzate nello spazio e comunicazione sincrona in tempo reale.