Le Public Schools di Seattle hanno deciso di citare in giudizio TikTok, YouTube, Facebook, Snap, Instagram e le rispettive società madri, affermando che i social media sarebbero riusciti a sfruttare debolezze nel modo di pensare delle persone più giovani per il proprio profitto, usando tattiche piscologiche che hanno progressivamente portato a un generale malessere psichico nelle scuole.
A riferirlo è GeekWire spiegando che la citazione è stata presentata presso la Corte Distrettuale statunitense di Seattle, chiedendo “il massimo risarcimento consentito e le sanzioni civili previste dalla legge” sostenendo che le aziende in questione avrebbero commesso reati che rientrano nella sfera dell’ordine pubblico.
Il distretto scolastico sostiene di avere subìto danni finanziari e operativi per l’uso dei social e dalla dipendenza che questi provocano agli studenti. Nell’azione legale si citano fattori quali le risorse richieste per fornire servizi di consulenza psichiatrica a studenti in crisi, per indagare e rispondere a minacce contro le scuole e gli studenti sui social media. “Il malessere psichico non è casuale”, si legge nella citazione in giudizio, “ma è il risultato di deliberate scelte dei convenuti e politiche discriminatorie nella progettazione e marketing delle piattaforme social per attirare i giovani”.
Nella denuncia si riporta anche quanto affermato dal Presidente Joe Biden nel 2022, preoccupato dal potere che i social esercitano nella nostra vita quotidiana, sostenendo che le varie piattaforme dovrebbero rendere conto degli eventuali danni che creano.