Le regole che Apple impone agli sviluppatori su ciò che è possibile fare o non fare con i browser, “limitano l’innovazione” secondo l’Autorità britannica garante della concorrenza e dei mercati.
L’indicazione è parte di conclusioni provvisorie dell’Autorità che arrivano da indagini sui browser in generle. Nel 2021 la Competition and Markets Authority (CMA) ha presentato uno studio sugli ecosistemi mobile; all’epoca era stato stabilito che sia Apple, sia Google erano in grado di determinare il funzionamento dei browser su iOS e Android, e ora si ritiene che Apple – a causa di sue regole – impone dei limiti alla concorrenza.
Nelle risultanze provvisorie pubblicate venerdì 22 novembre, si spiega che le regole di Apple “limitano altri competitor dall’offrire nuove e innovative funzionalità che potrebbero essere utili ai consumatori”. Si sottolineano inoltre perplessità in merito alla possibilità per gli sviluppatori di browser in generale, “non in grado di offrire una gamma completa di funzionalità, come ad esempio il caricamento veloce di pagine web su iPhone”.
Gli sviluppatori che si sono lamentati, hanno riferito l’impossibilità di usare le progressive web app (ibrido tra siti e app: applicazioni web che sfruttano le ultime tecnologie per offrire un’esperienza utente simile a quella di un’app nativa) per fornire applicazioni agli utenti senza bisogno di scaricarle dall’App Store.
“I mercati funzionano meglio quando imprese rivali sono in grado di sviluppare e offrire opzioni innovative ai consumatori”, riferisce (PDF) Margot Daly, presidente indipendente del gruppo di inchiesta. “Mediante la nostra analisi, abbiamo provvisoriamente constatato che la concorrenza tra differenti browser mobili non funziona bene e ostacola l’innovazione nel Regno Unito”.
Non manca il dito puntato contro il legame con Google per la scelta di sfruttare quest’ultimo come motore di ricerca di default (con accordi di ripartizione dei ricavi dalle ricerche). Secondo l’Autorità sia Google, sia Apple sono in grado di “manipolare le scelte” facendo in modo che l’utente scelga Chrome o Safari, indicate come le opzioni “più chiare e semplici”.
Un portavoce della Casa di Cupertino ha rilasciato una dichiarazione al sito statunitense Macrumors: “Apple sostiene mercati prosperi e dinamici dove l’innovazione può prosperare. Affrontiamo la concorrenza in qualsiasi segmento e giurisdizione dove operiamo, e il nostro obiettivo è sempre la fiducia dei nostri clienti. Siamo in disaccordo con le conclusioni del report riguardo Safari, il WebKit e le funzionalità di in-app browsing su iOS. Siamo preoccupati dal fatto che i possibili interventi discussi nel report per future considerazioni nel quadro dei mercati digitali e della legislazione sulla concorrenza e in materia di consumatori, perché questi potrebbero comprometterebbe la privacy dell’utente, impedendo ed ostacolando la nostra capacità di creare quella tipologia di tecnologia che contraddistingue Apple. Continueremo a impegnarci in modo costruttivo con la CMA su queste tematiche”.
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