Un team di ricercatori della Cornell University, Purdue University e Case Western Reserve University, ritiene che dallo studio della struttura interna delle ossa, sia possibile ottenere un materiale da costruzione resistente, stampabile in 3D e utilizzabile nella costruzione di case e fabbricati vari.
Le ossa sono una sorta di “edificio” per il professor Pablo Zavattieri della Purdue University, spiegando che vi sono “colonne” che si occupano della maggiorparte del carico e “travetti” che connettono le colonne. “Da questi materiali, possiamo imparare a crearne di nuovi, più solidi, stampabili in 3D e utilizzabili in edifici e altre strutture”.
I ricercatori hanno scoperto che le “colonne” nelle ossa conferiscono stabilità e forza, molto più di quanto si riteneva in precedenza. Queste lamelle, sono denominate “trabecole”. Si tratta di strutture microscopiche che si dispongono nei tessuti ossei spugnosi, delimitare da spazi intercomunicanti, formando una struttura macroscopica detta osteone. In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences” (organo ufficiale della United States National Academy of Sciences), il team sostiene che le strutture variamente orientate e intrecciate consentono di aumentare la resistenza delle ossa alla fatica.
Secondo i ricercatori, è possibile creare materiali stampabili in 3D con sottili strutture colonnari simili a quelle presenti nei tessuti ossei, disposte con linee di forza che consentono di aumentare la resistenza alle sollecitazioni meccaniche cui il materiale è sottoposto. I polimeri che i ricercatori hanno realizzato permetterebbero di ottenere materiali resistenti ma leggeri, con ovvie interessanti implicazioni nel settore della stampa 3D.