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IBM ha annunciato un altro tassello del suo sempre maggiore impegno con Apple, facendo sapere che le soluzioni MobileFirst per iOS possono integrare tecnologie di cognitive computing e funzionalità che permetteranno di integrare sistemi di analisi del linguaggio naturale, analytics di deep data e altro ancora su iOS 10.
Le API che consentono di sfruttare Watson possono essere integrate sia nelle app della serie MobileFirst per iOS, sia in applicazioni sviluppate su misura per i clienti. IBM ha implementato ottimizzazioni che consentono di usare il linguaggio naturale, funzionalità di NLP (Natural Language Processing) per l’elaborazione della lingua che tengono conti di ambiguità intrinseche del linguaggio umano, Watson Conversation (un servizio cognitivo basato su cloud) e altri API che consentono di sviluppare sfruttando lo speech framework di iOS 10. Usando Watson, gli utenti possono interagire con le app usando il linguaggio naturale, alla stregua di quanto è possibile fare con i vari assistenti virtuali.
Tecnici dei servizi possono ad esempio interagire con le app che per la ricerca e la riparazione dei guasti chiedendo la modifica alla tabella di marcia prevista permettendo all’app di regola di conseguenza gli appuntamenti di lavori da eseguire in giornata. Altre funzionalità utilizzabili con la voce permettono di ottenere suggerimenti in merito a determinati problemi, offrendo la possibilità di ottenere aiuto senza bisogno di interagire per forza con le mani sul dispositivo.
Mahmoud Naghshineh, general manager di IBM responsabile della partnership con Apple ha parlato di “assistente digitale per il business con il quale è possibile creare la futura generazione di esperienze professionali costruite su misura per i processi usati nelle imprese”. Oltre alle funzionalità di riconoscimento vocale, le funzionalità cognitive di Watson permettono alle app di elaborare set di dati complessi, “comprendendo, ragionando e imparando dal data analytics”.
Tra gli esempi possibili dalle API di IBM, l’app Passenger+, usata dagli assistenti di volo per comprendere meglio le personalità dei viaggiatori. Sfruttando funzionalità opt-in e dati storici è in grado di indicare le bevande e bibite preferite dal cliente, gli snack più graditi, se ha una propensione per determinati posti a sedere o bisogno di servizi particolari. Altro esempio è l’app Sales Assist che fa affidamento a Watson per ottenere dati da database sui clienti per individuare particolari gusti ed esigenze. Anche i consulenti finanziari possono sfruttar le capacità di apprendimento di Watson per eseguire ricerche di mercato e analisi per fornire agli investitori particolari raccomandazioni. IBM evidenzia che sono sfruttati dati opt-in (il cliente ha preventivamente manifestato il consenso a fornire dettagli) e mai informazioni all’insaputa del cliente.
Watson è un servizio cloud-based e in quanto tale nuove funzionalità sono facili da aggiungere ad applicazioni presenti e future. IBM da tempo propone soluzioni per il mondo mobile che hanno come target le imprese. L’azienda vanta migliaia di brevetti nel mobile computing, social media e sicurezza, integrati nelle soluzioni MobileFirst, che permettono alle imprese di snellire e accelerare l’adozione del mobile computing e aiutano le organizzazioni a coinvolgere più persone e ad acquisire nuovi mercati. Grazie alla partnership di IBM con Apple, le due organizzazioni stanno trasformando l’enterprise mobility con una nuova classe di app aziendali specifiche per settore. Dalla collaborazione tra le due aziende sono nate soluzioni per i settori del banking, retail, delle assicurazioni, dei servizi finanziari, delle telecomunicazioni, energia e utility e per pubbliche amministrazioni e compagnie aeree.