L’industria orologeria svizzera è in crisi anche per colpa di Apple Watch. Non si trovano mezzi termini nei report che diffondono i numeri del brusco calo registrato dalle esportazioni di orologi dalla Svizzera, in ottobre pari a meno 12%, il calo peggiore registrato negli ultimi 6 anni. La percentuale lorda del -12% si riduce, ma di poco, tenendo conto dell’aggiustamento ai giorni lavorativi, arrivando a -7,6%. “Il 2015 è stato un anno da dimenticare per i produttori di orologi” ha dichiarato Jon Cox, analista di Kepler Cheuvreux di Zurigo.
I numeri sono comunicati dall’Ufficio della Dogana svizzera, riportati da Bloomberg, mentre gli analisti indicano le due ragioni principali: il calo della domanda e delle vendite in Hong Kong, da anni uno dei mercati mondiali più attivi per la commercializzazione degli orologi svizzeri e anche il rafforzamento del franco svizzero, pari all’11% che dall’anno scorso erode margini e profitti.
Ma c’è anche una terza ragione che spiega il brusco calo delle esportazioni di orologi: Apple Watch. Secondo alcuni l’introduzione del primo smartwatch della Mela mette in pericolo tutti gli orologi, da quelli più economici fino a quelli dei marchi più blasonati e costosi.
Secondo altri invece Apple Watch rappresenta un concorrente micidiale soprattutto per gli orologi tradizionali con prezzo compreso tra 400 euro e 1.000 euro. È di questo parere Elmar Mock, co-inventore di Swatch che, poco dopo il lancio di Apple Watch ha dichiarato “Sono in grande pericolo tutti gli orologi con prezzo compreso tra 500 franchi e 1.000 franchi” riportato da 9to5Mac. Il brusco calo registrato da Fossil e le previsioni negative per il trimestre di Natale lo confermano: il costruttore prevede una diminuzione di fatturato del 16% a causa della concorrenza dei dispositivi indossabili. Il 13 novembre le quotazioni del titolo Fossil sono arrivate a perdere il 37%.