La storica azienda di dispositivi audio Bose è accusata di raccogliere e rivendere dati all’insaputa degli utenti sfruttando un’app di controllo di dispositivi e cuffie wireless. È quanto lamentato, spiega Fortune, in un’azione legale che è stata presentata a Chicago. Nella citazione in giudizio, l’azienda di Boston è accusata di violare leggi di garanzia quali il WireTap Act e altre leggi relative alla privacy, lamentando che elementi sulla cronologia audio possono consentire di rivelare dettagli sulla vita delle persone e su loro punti di vista.
“Di fatto – si legge nella citazione – selezioni personali di brani audio, inclusa musica, trasmissioni radio, podcast e lezioni, forniscono un’incredibile quantità di dettagli che consentono di capire molto della personalità, del comportamento, posizioni politiche e identità di una persona”, spiegando che la cronologia audio può contenere riferimenti a podcast LGBT o registrazioni sul richiamo alla preghiera dei musulmani. Il querelante principale è Kyle Zak, un uomo che afferma di avere seguito i suggerimenti dell’azienda scaricando l’app Bose Connect “per ottenere il massimo dalle cuffie” e indicando informazioni quali nome, numero di telefono e indirizzo di posta elettronica.
Zak punta a diventare il punto di riferimento per altri possessori di cuffie wireless citando l’azienda collettivamente per la raccolta dati avvenuta. Nella citazione in giudizio si lamenta la creazione di profili dettagliati degli utenti con cronologie di ascolto e abitudini musicali, dati condivisi con aziende di marketing, inclusa una società di San Francisco chiamata Segment che, secondo quanto riportato nel sito web di quest’ultima, si occupa di raccolta dati per conto di clienti e li invia in tutto il mondo.
Bose ha ricevuto buone recensioni per le cuffie wireless con riduzione del rumore Quietcomfort (379,95 euro) che consentono di alternare tra due dispositivi Bluetooth. Oltre a questo modello, nella citazione sono indicati altri prodotti Bose: SoundSport Wireless, Sound Sport Pulse Wireless, QuietControl 30, SoundLink Around-Ear Wireless Headphones II e SoundLink Color II.
Nel momento in cui scriviamo Bose non ha ancora rilasciato risposte ufficiali. Se le accuse si riveleranno reali, sarà l’ennesimo caso di incidente sulla privacy legata al mondo del cosiddetto “Internet delle cose”. Con lo sviluppo dell’IOT, questo mercato è ormai un fenomeno importante, nel quale troppi produttori (di baby monitor, condizionatori d’aria, auto, ecc.) ancora non hanno capito che devono preoccuparsi seriamente.