Nell’oroscopo della tecnologia il 2020 non è stato un anno negativo per la casa di Cupertino. E non ci riferiamo ai suoi risultati economici, a dir poco eccezionali. Invece, l’azienda è riuscita a evitare di collassare sotto i ritardi e i blocchi messi in mezzo alla strada dal coronavirus, gestire il ciclo di rinnovo dei suoi prodotti e continuare a innovare, con poche, pochissime mancanze. Praticamente solo gli AirTags, che rimbalzano letteralmente da un anno all’altro e alcuni temono che potrebbero aver imboccato la via del Dodo, cioè seguire le orme verso il precipizio dove è andato a finire AirPower caricabatterie multiplo contactless annunciato e poi lanciato giù dalla rupe Tarpea delle tecnologie non abbastanza buone.
Invece, le novità del 2020 ci sono state e sono state sostanziali, a partire da quella più importante: il chip M1 dentro tre Mac.
M1 per tutti
I chip M1 sono la prima generazione e ci dimentichiamo tutti di dire che sono anche il modello più “leggero” del processore di Cupertino, progettato e fatto evolvere con dieci anni di esperimenti su iPhone e iPad, collaborazione mondiale (le lavorazioni nanometriche d’eccellenza della taiwanese Tsmc) e grazie a un insieme di conoscenza raccolto attraverso tre generazioni di tecnici e uomini di business, a partire dal patto che fece nascere Arm, di cui Apple è stata una dei primi investitori e tra i primi a scommettere su di essa e che le consente di utilizzare a costo zero le tecnologie di base sulle quali sono stati fatti evolvere tutti i dispositivi dell’azienda.
Apple ha lanciato tre Mac, come sappiamo: MacBook Air, MacBook Pro 13 (che stiamo testando con grande soddisfazione in questi giorni tra Natale e Capodanno) e Mac mini (che abbiamo già testato qui). Sono tre computer entry level per posizionamento e prezzo ma non certo per prestazioni. L’impatto sul mercato del chip M1 è stato impressionante. Ed è solamente l’inizio, perché se Apple continuerà ad iterare nuove versioni come ha fatto, anno dopo anno, con i processori Axx degli iPhone e iPad, ne vedremo di ancora più belle di quelle già belle che abbiamo visto sinora. Spettacolare. È la cosa più importante del decennio, più ancora del già storico accordo con Intel. E questo cambia tutto.
Un telefono gigantesco
Dei nuovi iPhone 12 e 12 Pro si sono dette molte cose anche da parte nostra che li abbiamo recensiti tutti (iPhone 12 Pro, iPhone 12, iPhone 12 mini, iPhone 12 Pro Max). Potente e veloce, con tecnologie d’avanguardia, è qualcosa di più che non una semplice evoluzione del prodotto “iPhone nella sua declinazione X” iniziata cinque anni fa. Invece, gli iPhone 12 nel loro insieme hanno un’ampia e articolata declinazione: sono telefoni che vanno dal piccolo del mini al gigantesco del Max, quattro telefoni che hanno sparigliato la lista dei prodotti Apple e tutta la concorrenza.
I telefoni fanno crescere ed evolvere concetti vari, a cui fa da complemento l’altro lancio del 2020 in questo settore, cioè l’iPhone SE 2, la seconda versione del super economico, compatto ma potente telefono “entry level” di Apple. L’azienda sta investendo su un pool di tecnologie e di prodotti che stanno cambiando anche la faccia del mercato tecnologico della telefonia mobile.
Soprattutto l’iPhone 12 Pro Max, il più grande mai prodotti da Apple, è un telefono eccezionale che, nonostante abbia lo stesso processore e software dei suoi fratelli “minori”, ha l’asso della manica di un apparato ottico più potente e meglio stabilizzato, che gli consente di svettare. È un telefono da Hollywood, che può sostituire molti apparecchi per riprese video professionali. È impressionante vedere che si può acquistare e mettere in tasca, come se niente fosse.
Una tastiera che fa miracoli
Il lancio del nuovo iPad Pro nelle taglie da 11 e 12,9 pollici di per sé è stato “solo” un aggiornamento dello stesso prodotto di due anni prima, anche se ci sono novità con più obiettivi e soprattutto il sensore Lidar che apre la strada alla realtà aumentata. Ma la vera novità del 2020 è stata la Magic Keyboard per iPad, che introduce un concetto completamente differente di utilizzo di questo apparecchio.
L’evoluzione, a lungo troppo timida e lenta, di iPadOS che non ne vuole sapere di affrancarsi dalle sue origini “telefoniche” e diventare un sistema operativo adulto e autonomo, è andata avanti e si è potenziata grazie a questo accessorio molto particolare. La tastiera è stata criticata per lo spessore e il peso che aggiunge all’iPad Pro, trasformandolo di fatto in un MacBook Air. Però libera, con una delle migliori piccole trackpad sul mercato, la vera potenza di questo apparecchio.
Ci sono anche altre versioni e combinazioni possibili (c’è chi usa la tastiera e il trackpad dell’iMac o quelle di Logitech e altri) ma questa apre una fase completamente diversa alla mobilità. Ce ne siamo resi conto fino a un certo punto solo perché il lockdown ha penalizzato questo tipo di dispositivo. Ma la realtà è che la tastiera Magic Keyboard dell’iPad Pro è meravigliosa sia per resa che per qualità della costruzione. E i tasti sono perfetti per chi scrive tanto, oltre che retroilluminati. Peccato manchino i tasti funzione/multimedia.
Leggero come l’aria
Pensavamo tutti che Apple avrebbe abbandonato la distinzione del settore “basso” degli iPad, e invece siamo a metà di una transizione importante. Nel 2020 Apple ha presentato due modelli Pro di seconda-quarta generazione (a seconda del formato), un iPad di ottava generazione e un iPad Air di quarta generazione che è stata una vera e propria sorpresa. Perché l’iPad Air costa relativamente poco, è leggero anche nella scocca, è compatibile con tastiera, penna di seconda generazione e schermo da 10.9 pollici. E ha la presa Usb-C, che lo integra alla grande con computer e altri tipi di apparecchi.
Speriamo che anche l’iPad mini l’anno prossimo evolva in questa direzione (la quinta generazione risale a marzo 2019) e porti non solo lo schermo mini-led ma anche la Usb-C, come primo passaggio verso un futuro iPhone senza più la presa Lightning (succederà prima o poi, mettiamoci il cuore in pace: se un apparecchio ha un tera di memoria, ha bisogno di una porta veloce per la connettività). In generale, questo iPad Air IV ha scocca con lati squadrati come un iPad Pro e in iPhone 12 (e richiama le generazioni 4-5 degli iPhone) e colori vivaci e gradevoli, oltre a un signor processore A14 Bionic, tutte cose che lo rendono un apparecchio adatto a un pubblico esigente ma attento al portafoglio.
Apple AirPods Max
Per una volta Apple ha accelerato e le cuffie AirPods Max attese nel 2021, sono arrivate nel 2020. Sembrano una cosa surreale e i pareri sono diversi: molto grandi, particolari, decisamente costose, con una custodia abbastanza discutibile e con uno stile di vita e di funzionamento piuttosto radicali. Però suonano in maniera spettacolare, veramente spettacolare.
Apple sta investendo più di tutti nella realizzazione di apparecchi genuinamente digitali, in cui cioè il software e il silicio hanno un ruolo predominante. Dal punto di vista dell’audio questo vuol dire modellare e trasformare un processo che è genericamente considerato analogico, e renderlo computazionale al massimo così come è già accaduto nella fotografia sia con l’evoluzione delle video-fotocamere degli iPhone che con l’arrivo del rivoluzionario formato ProRaw. Le cuffie AirPods Max sono comunque un prodotto che un po’ divide: quando si vedono o si amano o si odiano. Il punto però è che quando si usano per ascoltare qualcosa non si possono non amare.