Apple Pay non piace alla banche australiane che considerano i pagamenti contactless della Mela una tecnologia non più allettante per i propri clienti. Secondo quanto riporta Business Insider le trattative in corso per introdurre Apple Pay in Australia sarebbero arrivate a un punto di stallo, questo almeno per le quattro banche principali. Nel Paese i pagamenti contactless sono già disponibili per gli utenti da quasi due anni, ragione che spinge a giudicare la tecnologia Apple come non più in grado di suscitare l’interesse e la curiosità degli utenti.
Ma dietro alle ragioni formali potrebbe essercene un’altra ben più importante: la volontà di detenere il giro di affari stimato in 2 miliardi di dollari australiani generato dalle banche grazie alle commissioni sui pagamenti contatcless. La situazione infatti sembra decisamente diversa da quella esistente in USA dove Apple Pay sembra aver avuto una calorosa accoglienza e una diffusione crescente, anche grazie a margini decisamente superiori per le banche. In USA infatti Apple detiene 15 centesimi di dollaro per ogni 100 dollari di transazione, mentre la commissione che va alle banche è di circa 1 dollaro. In Australia invece Apple sembra aver fatto le stesse richieste ma gli istituti ottengono solo 50 centesimi di dollaro australiano per ogni 100 dollari di transazione, praticamente la metà che potrebbe ridursi ulteriormente in futuro.
Per tutte queste ragioni la testata finanziaria prevede problemi o comunque ritardi nell’adozione di Apple Pay in Australia con la probabilità che i primi istituti ad accordarsi con Cupertino non saranno quelli principali più grandi ma quelli più piccoli e disposti ad affrontare un minor introito per poter offrire ai propri utenti la possibilità di effettuare pagamenti con iPhone e Apple Watch.