Le autorità di Pechino hanno comminato una sanzione di 270.000 yuan, circa 35.000 euro, a un finto Apple Store, un negozio che si spacciava come “Centro assistenza Apple” nell’ambito della repressione attuata per violazione di diritti di proprietà intellettuale. Lo staff del negozio in questione indossava magliette con il logo Apple, sulla falsariga di quelle indossate nei veri store della Mela. I clienti potevano pagare scansionando dei codici a barre 3D ricevendo messaggi di conferma dei pagamenti con il logo Apple e la dicitura “Centro Assistenza Apple”.
In Cina esistono molti negozi che si presentano come legati ad Apple ma in realtà non lo sono. Molti dei negozi in questione sembrano dei veri e propri Apple Store, mostrano l’insegna con il logo della Mela, il personale indossa magliette sullo stile di quelle indossate realmente nei veri store, e sui banconi sono in mostra iPad e Apple Watch su lucidi tavoli di legno.
È la prima volta che un finto Apple store viene in qualche modo multato a Pechino. Sono stati confiscati prodotti fasulli e compomenti elettronici contraffatti, questi ultimi usati probabilmente per riparare prodotti di ignari clienti che rischiano di usare prodotti pericolosi. Il finto centro assistenza Apple – spiega South China Morning Post – è di Beijing Zheng Yuan Henri Technology, azienda che sul proprio sito web si descrive come leader nel settore della telefonia mobile in Cina che offre supporto a oltre 30.000 aziende nel settore mobile e nei servizi di comunicazione.
Le violazioni legate alla proprietà intellettuale sono da anni costante fonte di tensione tra Cina e Stati Uniti. Ad agosto dello scorso anno il Presidente Donalnd Trump ha firmato un decreto che ha permesso di aprire la strada a indagini sulla Cina, un memorandum che riguarda pratiche, politiche e leggi cinesi, con particolare attenzione alle tematiche collegate appunto a innovazione, tecnologia e proprietà intellettuale.