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Man mano che veicoli e servizi per le auto a guida autonoma diventeranno la normalità, crescerà anche la cosiddetta “Passenger Economy”, quella generata dai passeggeri che in precedenza erano impegnati al volante.
Intel prevede che il valore di beni e servizi per questo settore sarà entro il 2050 pari a 7000 miliardi di dollari, più del doppio di quanto previsto per la cosiddetta “Sharing Economy” (il consumo collaborativo, un insieme di pratiche di scambio e condivisione siano questi beni materiali, servizi o conoscenze).
Le auto trasformeranno il trasporto da servizio pensato principalmente per il guidatore a estensione senza soluzione di continuità dello spazio abitabile. Passeremo più tempo nei veicoli e spenderemo di più in servizi che nulla hanno a che fare con la guida, ma con proposte di aziende del mondo IT quali Google, Facebook e Amazon, cambiando il modo in cui auto e viaggi influenzano le nostre vite.
Fare un viaggio, scrive TheNextWeb – non significherà più soltanto andare dal punto A al punto B, ma questo vorrà dire anche tenere conto di servizi che durante il viaggio saranno proposti da aziende come Apple, Google, Microsoft, ecc. Google già ora propone Android Auto, mettendo a disposizione mappe, musica, funzioni per Fai telefonare o scambiare messaggi, controllare vari elementi con la voce, sfruttare app ad hoc per l’auto. Apple offre servizi simili con il suo CarPlay e Renault-Nissan e Microsoft collaborano allo sviluppo di tecnologie di nuova generazione che si appoggiano ad Azure e che, tra le altre cose, permettono di collegare gli utenti l’uno con l’altro.
Veicoli connessi creano nuove opportunità anche per le aziende che vogliono sfruttare la transizione verso le smart-city. Il parcheggio, ad esempio, è pronto per essere rivoluzionato. In alcune città presto cercare un posto auto sarà un ricordo del passato: l’auto potrà indicare automaticamente il punto l’ora di arrivo e prenotare un parcheggio disponibile nei pressi della zona di destinazione. In alcuni casi non sarà nemmeno bisogno avere il parcheggio ma potremo lasciare l’auto in zone riservate dove l’auto sarà prelevata e riportata all’orario stabilito.
Nelle auto connesse potremo visualizzare offerte di centri commerciali e altri negozi presenti nella destinazione dove ci stiamo recando; simili iniziative sono allo studio ad esempio da Spotify: in base alla musica che stiamo ascoltando capirà l’umore e ci consiglierà una sosta per un caffè o un gelato a prezzo scontato.
Chi viaggia quotidianamente, nell’auto passa mediamente 80 minuti al giorno; 80 minuti non produttivi. Varie aziende stanno studiano prodotti e servizi che permetteranno di diventare più produttivi nelle ore passate in auto, permettendo ad esempio di organizzare video meeting tra persone che si trovano su auto differenti in zone diverse del mondo, senza bisogno di arrivare alla scrivania e farlo da un computer ma sfruttando tecnologie come il 5G. A questo proposito, Intel ha più volte presentato il 5G come un’evoluzione in grado di rivoluzionare interi settori, dare il via a nuove categorie e farà scaturire nuovi modelli di business, cambiando il modo in cui viviamo il mondo e migliorando il nostro modo di fare business.
Non bisogna ovviamente dimenticare il mondo dell’intrattenimento a bordo: aziende quali Nvidia, Qualcomm e ARM sono da tempo al lavoro su tecnologie specifiche con sistemi grafici high-end per le auto che permetteranno di guardare film, programmi TV, ascoltare musica e giocare. Anche realtà virtuale e aumentata possono essere usate nelle auto, proponendo esperienze di vario alle persone presenti nell’abitacolo.
Alla recente Bank of America mobility conference, Nadav Zohar, A capo del Corporate Development di Gett (un’impresa israeliana che collega i suoi clienti con i guidatori di taxi) ha previsto che il 50% degli introiti dei brand nel settore mobility dipenderà presto da servizi ed esperienze nell’auto. Tocca ai produttori di auto svegliarsi e riuscire a ricavare fette di mercato da questi servizi, all’interno di un mercato che sta cambiando a ritmi vertiginosi.