Facciamo un esercizio di futurologia e immaginiamo cosa potrebbe succedere se non a questa alla prossima edizione della conferenza degli sviluppatori di San Francisco. Immaginiamo alla WWDC la rivoluzione delle app non più pezzi di software trattati come prodotti ma come servizi.
Cosa potrebbe voler dire questo? Forse in futuro quando verrà cambiato l’App Store di Apple, perché sicuramente qualcosa sta bollendo nella pentola dell’azienda di Cupertino, potremmo vedere davvero una evoluzione radicale del modello di economia basato sulle app. Facciamo un passo indietro, vediamo come vanno le cose oggi.
Adesso sullo Store di Apple, che è sostanzialmente il primo e più grande Store nel mercato della distribuzione del software su dispositivi elettronici, la base della modello di funzionamento è quello dell’acquisto e della possibilità di scaricare l’app da un punto centrale. In pratica il software è un prodotto, tutti produttori di software hanno le stesse possibilità di realizzarlo, e dopo averlo realizzato hanno la possibilità di distribuirlo senza nessun tipo di vantaggio competitivo perché lo Store è raggiungibile da tutti quanti alla stessa maniera.
Sappiamo anche quali sono i difetti che molti sviluppatori sottolineano in questo periodo. Il principale quello che non è possibile avere delle versioni in demo delle app da scaricare provare e non è più possibile il modello dello shareware, ma è possibile pur sempre quello dell’acquisto all’interno della app. Come andare oltre?
Una soluzione potrebbe essere quella di trasformare il modello di vendita del prodotto software in un modello differente, basato sull’idea di servizio. E questo significherebbe che le app non passerebbero più necessariamente dallo Store per essere installate in maniera permanente sul dispositivo, ma potrebbero passare dal Web, in background quando si apre un determinato sito, ed essere presenti solo di esclusivamente per il tempo necessario al loro utilizzo. Quando non serve più l’app scompare.
Questo modello affronterebbe tutta una serie di problemi attualmente molto difficili da gestire per la maggior parte degli utenti meno dotati tecnologicamente, sarebbe basato fortemente sul cloud, permetterebbe ad Apple di gestire in maniera ottimale lo spazio di memorizzazione del dispositivo, un po’ come accade in questo momento con la Apple tv.
Gli svantaggi le critiche verrebbero fuori dal fatto che l’utente perderebbe definitivamente il controllo del dispositivo. In pratica l’esperienza dell’informatica si trasformerebbe in una esperienza di elettronica di consumo. Un po’ come lavorare con una lavatrice o una lavapiatti: scegli il programma e poi a tutto il resto pensa lei. Magari per bene magari in realtà fa dei grandi sbagli. La possibilità di correggere è quello che diventerebbe praticamente impossibile.
Vedremo. Forse non a questa ma probabilmente alla WWDC del 2017. Potrebbe essere una rivoluzione. Oppure un clamoroso autogol.