Apple sconsiglia Softbank, colosso delle telecomunicazioni (e di molto altro) in Giappone a sostenere il nuovo progetto di Andy Rubin, ex dipendente di Apple, ma meglio noto per essere il co-fondatore della compagnia che ha sviluppato il sistema operativo Android acquisito poi da Google.
Rubin, dal 2005 impegnato in una nuova avventura professionale: “Essential”, un’azienda impegnata nel settore smartphone, secondo il Wall Street Journal, si sarebbe visto rifiutare un investimento da 100 milioni di dollari da parte di SoftBank che sarebbe stata il partner ideale per il progetto più recente: un nuovo smartphone di fascia alta che proprio SoftBank aveva pianificato di commercializzare in Giappone. Il telefono è destinato per qualità e funzioni a competere con gli smatphone di punta di Apple, Samsung e altri produttori.
L’azienda ha già realizzato un prototipo dotato di un display di dimensioni grandi quanto quello di iPhone 7 Plus, ma le dimensioni complessive del telefono sono piccole e portabili rispetto a quelle dello smartphone di Apple, vista l’assenza delle cornici. Peculiarità dello smartphone è l’uso di un connettore magnetico utilizzabile per la ricarica ma anche a terze parti di creare accessori hardware che permettono di aggiungere funzionalità. Tra gli accessori si parla, ad esempio, di una videocamera sferica in grado di catturare filmati a 360°.
Il “no” di Softbank sarebbe stato, dice ancora il WSJ “consigliato” proprio da Apple e con buoni argomenti: un investimento da parte di Apple di un miliardo di dollari nel fondo di SoftBank. Apple non avrebbe bloccato direttamente gli accordi ma l’investimento della Mela in SoftBank (che secondo fonti del giornale era ormai cosa fatta) avrebbe reso poco opportuno impegni dei giapponesi nei confronti di una potenziale società rivale della Mela.
Come accennato, Andy Rubin è stato il creatore di Android, società da lui fondata ma successivamente acquisita da Google; nel 2013 Rubin aveva abbandonato la guida della divisione Android in Google (sostituito dall’attuale CEO di Google, Sundar Pichai), per occuparsi di alcuni nuovi progetti presso i laboratori Google X, dove avrebbe dovuto supervisionare la creazione di “androidi” reali.
Nel 2014 invece Google ha annunciato che Rubin avrebbe di lì a poco lasciato l’azienda e non avrebbe quindi più fatto parte della società, per iniziare a lavorare su altri progetti, rimasti fino ad oggi all’oscuro dell’opinione pubblica.
Rubin aveva lavorato in giovinezza in Apple, abbandonata successivamente per fondare alcune società, prima di imbarcarsi nel progetto Android, divenuto poi il più grande successo dell’ex Google.