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Il governo australiano vuole backdoor nella messaggistica, Apple si oppone

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George Brandis, Procuratore generale australiano, incontrerà rappresentanti di Apple prima della fine della settimana per discutere di una nuova legge con la quale si vorrebbe imporre alle aziende l’inclusione di una backdoor (un meccanismo per bypassare una protezione) per consentire alle forze dell’ordine di leggere i messaggi che le persone scambiano usando sistemi di cifratura.

Il governo australiano ha recentemente proposto una nuova serie di misure in materia di cybersicurezza che costringerebbero aziende come Apple, Facebook e Google a collaborare con le forze dell’ordine decifrando i messaggi che gli utenti si scambiano usando le tecnologie di cifratura integrate nelle varie app di messaggistica.

Esperti in sicurezza informatica, fanno notare che indebolire le tecnologie di cifratura end-to-end significherebbe integrare vulnerabilità che potrebbero essere usate da hacker per spiare le conversazioni degli utenti.

La nuova proposta di legge, scrive Associated Press, è modellata sulla base del britannico Investigatory Powers Act approvato a novembre e che permette alla polizia e ai servizi di leggere, esaminare e archiviare per due anni le email e messaggi di privati cittadini, di registrare le loro telefonate e di monitorare i siti visitati e tutte le loro attività online.

Al momento le leggi australiane obbligano gli operatori di telefonia a collaborare con le forze dell’ordine fornendo accesso alle comunicazioni se sono obbligati a farlo dall’ordinanza di un tribunale. Il Primo Ministro Malcolm Turnbull spiega che la nuova legge obbliga alle stesse condizioni aziende del mondo IT quali Apple, Facebook e Google che consentono di utilizzare servizi di messaggistica con cifratura end-to-end.

“Abbiamo un problema serio con le forze dell’ordine che sempre più non riescono a intercettare terroristi, narcotrafficanti e pedofili per via dell’elevato livello di cifratura” ha dichiarato Turnbull; “dove possiamo obbligare, lo faremo, ma abbiamo bisogno della collaborazione delle aziende IT”.

Il governo si aspetta resistenza da parte delle aziende interessate, molte delle quali risiedono negli USA ma Turnbull dice che queste “sanno che moralmente avrebbero il dovere di collaborare”. “C’è una cultura, in particolare nel settore tecnologico negli Stati Uniti, molto libertaria, che è piuttosto antigovernativa” ha detto ancora Turnbull. «Dobbiamo con una sola voce dire alla Silicon Valley e ai suoi emuli: bene, avete creato, queste grandi piattaforme, ora dovete aiutarci a garantire che prevalga lo Stato di diritto».

Il Procuratore generale George Brandis descrive la crescita delle applicazioni che usano comunicazioni cifrate quali WhatsApp, Signal, Facebook Messenger e iMessage come “il potenzialmente maggiore peggioramento nelle capacità dell’intelligence e delle forze dell’ordine cui abbiamo mai assistito”.

Apple lo scorso anno ha portato avanti una lunga battaglia per contrastare le strategie di intrusione che l’FBI avrebbe voluto sfruttare sugli iPhone dopo le difficoltà per entrare nel telefono dell’attentatore di San Bernardino. L’implementazione di backdoor, ha più volte spiegato Apple, si rischia di aprire un vaso di Pandora con implicazioni estremamente dannose per tutti gli utenti. In alcuni paesi è grazie alle tecnologie per lo scambio cifrato di messaggi che è possibile scambiarsi informazioni e accedere a idee senza pericoli di essere intercettati.

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