Laurene Powell Jobs, vedova del defunto co-fondatore di Apple Steve Jobs, ha messo a disposizione 50 milioni di dollari per modernizzare le scuole superiori. Ne parla CNN Money spiegando che la Powell, che si sta ritagliando un ruolo nel campo della filantropia, siede nella commissione di XQ America, organizzazione che sta cercando di “ripensare le scuole superiori” con uno specifico progetto denominato Super School. Nei prossimi mesi accetteranno proposte su come migliorare gli istituti. “Collaboreremo con i gruppi vincenti fornendo loro sostegno specialistico e un fondo di 50 milioni di dollari a supporto di almeno cinque scuole per i prossimi cinque anni, trasformando le loro idee in vere Super Scuole” spiega l’organizzazione nel sito web dedicato.
I fondi sono forniti dall’Emerson Collective, organizzazione per le riforme fondata dalla vedova Jobs che è anche la Presidente. XQ America spiega che lo scopo della campagna è trasformare le scuole superiori da un istituzionale ambiente tipo allevamento-serrato adottando più aperti e innovativi metodi educativi in grado di preparare gli studenti ad affrontare il mondo moderno.
“Negli ultimi cento anni, l’America è passata dalla Ford Model T alle auto di Tesla e dal centralino agli smartphone, ma le scuole pubbliche sono rimaste ferme nel tempo” spiega ancora l’organizzazione, “crediamo che l’ingegno americano può e debba far progredire il sistema d’insegnamento, una sfida aperta a tutti per far nascere le super scuole che apriranno la via”.
L’iniziativa è partita l’11 settembre; il termine ultimo per presentare idee è il 15 novembre; i finalisti saranno selezionati ad aprile del 2016 e i vincitori annunciati ad agosto dello stesso anno.
Da segnalare che l’interesse filantropico e sociale dell’attività di Laurene Powell Jobs (che in passato si era anche interessata di alimenti naturali fondando un’azienda Terravera) è in aperto contrasto con quello pubblico del marito che ebbe sempre un atteggiamento molto controverso (se non del tutto discutibile) nei confronti delle attività delle organizzazioni non profit, giungendo a respingere palesemente l’idea di Bill Gates che aveva proposto ai miliardari d’America di donare metà del loro patrimonio a sostegno del disagio. Al proposito un lungo e dettagliato articolo, che suonava come un capo di accusa, venne pubblicato dal NY Times.
In ogni caso Jobs ebbe alcuni picchi di genersità in questo ambito, anche se non direttamente e dal suo patrimonio, tra cui una operazione di sostegno alla lotta all’Aids con l’adesione alla campagna Product RED di Apple che contribuì per centinaia di milioni di dollari a questa causa (e su questo argomento si spese in difesa di Jobs anche Bono, leader dgli U2) Di lui si ricorda una donazione di 50 milioni di dollari all’ospedale di Stanford (dove venne curato per il cancro) e ad altre istituzioni sanitarie. In prima persona fu testimonial delle campagne per le donazioni di organi, una tematica che gli era particolarmente cara visto che egli stesso fu un trapiantato di fegato.
Molto più vasto, visibile e universale, è l’impegno filantropico di Cook, che ha coinvolto l’intera azienda in questo campo, creando un fondo di sostegno alle opere di volontariato che svolgono i dipendenti (che ricevono il 50% di sovvenzione su progetti personali che presentano ad Apple), le iniziative di sensibilizzazione per i pari diritti in azienda, la partecipazione a cene benefiche per la raccolta fondi e l’adesione anche a progetti originali, come la messa all’asta di una visita a Cupertino e un pranzo con il CEO per la sovvenzione di opere di solidarietà.