Laurene Jobs è la donna in copertina di questa settimana di D, il periodico dedicato al mondo femminile e al ruolo della donna in società, di Repubblica in edicola domani.
Nell’articolo, disponibile anche on line sul sito di Repubblica, si traccia un profilo della vedova del fondatore di Apple con particolare accento sul suo impegno sociale nel mondo degli immigrati irregolari, un argomento molto sentito negli Stati Uniti dove si discute in questi mesi di riforma della legge sull’immigrazione e di cittadinanza per i figli di chi giunto negli USA senza documenti ha cresciuto giovani che oggi sono del tutto americani e del tutto estranei alla cultura dei loro genitori, ma vivono in un limbo non solo giuridico ma anche sociale: non possono accedere ai servizi dei loro amici e compagni di scuola, non possono vivere la loro stessa vita, non possono trovare un lavoro. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, Laurene Jobs sostiene il DREAM Act, una riforma che dovrebbe dare, a determinate condizioni, la cittadinanza americana a chi è giunto negli Stati Uniti da minore e si batte anche per una riforma della legge sull’immigrazione. A questo scopo Laurene Powell Jobs ha commissionato sondaggi e finanziato un sito e anche pagato un documentario girato dal noto registra specializzato in tematiche sociali David Guggenheim, autore di Una verità scomoda (vincitore dell’Oscar) e Waiting for Superman, sul degrado della scuola americana.
L’articolo approfondisce anche altri aspetti della vita di Laurene Jobs, dalla sua gioventù, quando ancora non conosceva Jobs e prima studiò finanzia, poi iniziò a lavorare, in questo campo, all’incontro con l’uomo che ha cambiato la storia dell’informatica e dell’elettronica per l’intrattenimento. Si parla del suo impegno nella ONG Teach Of America, in Global Fund for Woman fino a College Track, un’associazione che aiuta i ragazzi disagiati ad entrare nelle università. L’articolo mette anche in contrasto l’interesse filantropico e sociale dell’attività di Laurene Powell Jobs (che si era anche interessata di alimenti naturali fondando un’azienda Terravera), con quello del marito che ebbe sempre un atteggiamento molto controverso (se non del tutto discutibile) nei confronti delle attività delle organizzazioni non profit, giungendo a respingere palesemente l’idea di Bill Gates che aveva proposto ai miliardari d’America di donare metà del loro patrimonio a sostegno del disagio.