Larry Page, CEO e fondatore di Google, è protagonista di un’articolata intervista di Bloomberg, dove affronta diverse tematiche riguardo alla sua azienda. Si spazia dal ruolo di Google nell’innovazione tecnologica odierna, all’impegno nei social network, da questioni finanziarie, alla recente acquisizione di Motorola.
In chiusura Brad Stone affronta il rapporto fra Page e Steve Jobs, che Walter Isaacson delinea nella biografia ufficiale del fondatore della Mela attorno ad un incontro avvenuto negli ultimi mesi di vita di Jobs. Page afferma che fu proprio Jobs a chiamarlo per una chiacchierata. “E’ stato un onore che volesse passare del tempo con me- dichiara Page – aveva molti interessanti osservazioni su come condurre un’azienda e fu questo di cui parlammo”.
Infine il CEO di Google sminuisce la rabbia che in molti casi Steve Jobs mostrò nei confronti di Android, bollandola come “show”, una posa più che frutto una convinzione reale. “Credo sia servita ai loro scopi – dice Page – per molte aziende è utile dare la percezione di avere un concorrente con cui prendersela. Personalmente credo che sia meglio puntare più in alto. Non devi guardare alla concorrenza ma a cosa è possibile e come migliorare il mondo”.
Parole che placano gli animi e le animosità che in più occasioni Jobs avrebbe manifestato nei confronti di Android e ben lontane dalla «guerra termonucleare» che Jobs avrebbe voluto scagliare contro il robottino verde.