Lasciamo perdere il caricabatterie MagSafe, il portafoglio in pelle con MagSafe incluso, le custodia in silicone e trasparente, i pollici di schermo, la ceramica nel vetro, i materiali riciclati e riciclabili, i mini, i maxi, e tutto il resto. Quello che sta succedendo con i nuovi iPhone 12 è molto di più. Certo, accade grazie a un hardware sempre più “tosto” che ruota attorno al processore A14 Bionic, una “bomba” creta con lavorazione a 5 nanometri che permette di fare cose che neanche un computer di medio-grande potenza riesce a fare (come salvare in tempo reale il video girato direttamente nel nuovo formato ProRaw di Apple, che è, anche solo questa, una cosa notevolissima). Ma non è solo questo.
Apple ha suonato la campanella di apertura del mercato del 5G. Finora Qualcomm e Huawei, Samsung e Xiaomi si contendevano i confini di questo mercato, cercavano di spingere, di lavorare di forza e in finezza. Ma sinora di questo non c’era ancora un orizzonte stabile. Quello che serviva, come ai tempi del lancio del primo iPhone, era l’alleanza tra una compagnia telefonica come Verizon (all’epoca fu At&t) e Apple. Perché Verizon, che è uno dei principali operatori di telefonia mobile negli Usa, ha sostanzialmente aperto l’era del 5G in tutto il Paese con l’annuncio a margine dell’evento di Apple.
Questo spiega quanto più sono vincolate le prestazioni di questi apparecchi alla rete. Da un lato c’è la potenza di calcolo, la forza bruta del processore. Ma dall’altro c’è invece un’altra cosa. La rete, il 5G, con le sue caratteristiche.
Senza scendere nei dettagli delle frequenze (ci sarà tempo, anche perché in Italia e nel mondo non sono state assegnate tutte le frequenze possibili mentre Apple dice che i suoi apparecchi in questo momento sono quelli con più frequenze di tutti quelli presenti sul mercato) c’è da dire che con questo telefono inizia una nuova era non solo per Apple.
Privacy e sicurezza
Il 5G porta innanzitutto un effetto indiretto: con contratti adeguati (cioè con abbastanza dati) si può sostanzialmente fare a meno di usare le reti wifi se non in casa. E questo riduce drasticamente i rischi per la privacy e la sicurezza, perché nonostante sia risaputo da anni, è anche chiaro che la maggior parte dei furti di dati avviene “intercettando” le trasmissioni fatte da apparecchi connessi a reti mal configurate di proposito o per insipienza.
Capacità
Sappiamo tutti che uno dei problemi delle reti di telefonia mobile non è tanto la velocità ideale in condizioni perfette, quanto la rapidità con cui si saturano i canali e il degrado delle prestazioni anche del 4G LTE. Le perdite di segnali, i roll back automatici al 2G GPRS (o Edge per chi lo ha nella rete) e tempi di arrivo dei dati dilatati e fuori dalla norma dipendono dalla capacità della rete. Come un’automobile velocissima che però ha un solo posto, mentre cercano di salire sopra in cinque o sei. Invece, il 5G è un minivan ed è in grado di accomodare molte più connessioni ad altissima velocità nelle stesse aree anche densamente popolate e con risultati che non degradano o che comunque degradano meno rispetto al 4G-LTE.
Velocità pura
La caratteristica che tutti cercano e si aspettano nel 5G è la velocità pura. Che è un valore importante ma molto relativo: se il sito che si cerca di accedere, o il video che si vuol vedere, è in una rete satura o con dei colli di bottiglia, la velocità pura sulla carta in realtà non conta molto. Tuttavia nel caso del 5G i risultati ideali sono pazzeschi: superano quelli delle migliori reti in fibra ottica e arrivano fino a 4 Gbps, velocità teoriche assolutamente sconvolgenti. E con velocità in upload altrettanto rapide. Però attenzione, la velocità non conta se non c’è anche un tempo di risposta sufficientemente rapido.
Latenza
L’ultima “dimensione” del 5G è quella della latenza, cioè il tempo di attesa prima che un bit parta o ritorni. Quanto è bassa la latenza (il “ping” ad esempio ad un sito) quanto più migliora l’esperienza e soprattutto si possono fare cose prima impossibili con il combinato disposto della velocità altissima e latenza bassissima. Un esempio sono le operazioni chirurgiche a distanza, oppure la guida di automobili o droni, oppure gli e-sports con il multiplayer di alto livello.
Non a caso Apple ha presentato anche un gioco e spiegato che il multiplayer è possibile certamente per la velocità di trasferimento dati e per la capacità del processore A14 Bionic, ma anche per la bassissima latenza. Altrimenti quando si crede di sferrare un pugno tutti gli altri si sono già mossi e il nostro avatar è probabilmente già morto.
Il futuro di Apple
Questa generazione di iPhone con il 5G fa pensare che ci sia una nuova rivoluzione in corso. Che la Apple di Tim Cook, adesso profondamente rinnovata ai suoi vertici, stia lavorando per produrre oggetti e servizi sempre più potenti e complessi ma anche sempre più semplici, integrati, strategici e facili da usare.
C’è l’HomePod mini, che ancora non si sa se arriverà in Italia, e che sembrerebbe un prodotto interessante. Ci sono altri telefoni, altri tablet, altri apparecchi che sono appena arrivati o stanno per arrivare. E poi c’è una grande incognita a fine anno.
Come sarà il Mac del futuro con il processore di Apple? Come sarà il computer che metterà a bordo una versione “pompata” di questo stesso A14 Bionic presentato per l’iPhone e spiegato con abbondanza di dettagli, metriche, schemi, schizzi e comparazioni?
Se il Soc dei telefoni e dei tablet è così potente, quello dei nuovi Mac avrà probabilmente prestazioni lunari, inimmaginabili, con un mix di potenza e di autonomia impressionanti. E probabilmente sarà pensato per far girare il 5G anche sul MacBook ultraleggero di cui si parla, trasformandolo in un apparecchio always on e always connected, come un iPhone o un iPad. Lo vedremo tra non molte settimane.