L’Apple II recensito da Stephen Wozniak: non capita tutti i giorni di poter leggere la recensione di un computer storico scritta nientemeno che dal principale progettista hardware e software dell’intero sistema. E’ questa l’interessante iniziativa di Informationweek che per festeggiare i 35 anni dell’Apple II ha ripubblicato un articolo del 1977 scritto dal leggendario Woz e pubblicato su Byte, una delle prime riviste di informatica statunitensi e del mondo.
A differenza dei computer moderni realizzati da team di svariate decine di persone, i primi home computer erano quasi sempre progettati da gruppi ristretti e in alcuni casi addirittura da un solo ingegnere, così come è avvenuto per l’Apple I e anche l’Apple II. Wozniak è stato l’ideatore e il principale progettista hardware e software dei due sistemi, con contributi limitati per l’alimentatore dell’Apple II, tutto il resto dai circuiti al software è stato relizzato dal Woz in persona.
Più che una recensione l’articolo di Woz del 1977 è una analisi tecnica dettagliata di alcune delle funzioni principali dell’Apple II, il primo vero computer tutto integrato che ha gettato le basi per la nascita e il successo commerciale di Apple. Lo storico pezzo inizia con una frase celebre del Woz: “Per me, un personal computer deve essere piccolo, affidabile, comodo da usare ed economico”. Più che un motto ad effetto per iniziare l’articolo, si tratta di una filosofia di vita e di visione dell’informatica e dei computer formatasi nella mente del Woz fin da bambino e poi da ragazzo quando iniziò a progettare a casa, da solo con carta e matita, le schede madri di Apple I e Apple II.
Wozniak inizia descrivendo il funzionamento del video di Apple II con colori e grafica: si trattava di una caratteristica importante di cui il Woz andava giustamente fiero. Allora non erano molti i computer che potevano gestire i colori su schermo e la grafica bitmap. Il testo poi esamina l’impiego del linguaggio BASIC per realizzare un videogioco con split screen per grafica e testo, le modalità di funzionamento video, la memoria e la gestione delle periferiche inclusi i paddle per i videogiochi, infine l’Apple BASIC e la spiegazione di SWEET 16. Quest’ultima è una routine software scritta dal Woz che simula il funzionamento di un processore 16bit immaginario per risolvere il problema dell’indirizzamento di memoria a 16 bit su una macchina dotata di processore a 8bit, una delle infinite soluzioni geniali di Wozniak applicate all’hwardware e anche al software dell’epoca. Qui in calce una foto di Cnet del Woz ritratto con la sua creatura esposta al Computer History Museum di Mountain View.