Digital Editions, l’applicazione per la lettura di e-book in formato PDF di Adobe, fa discutere giacché invierebbe in chiaro (verso i server Adobe) le attività eseguite dall’utente. È teoricamente possibile intercettare le attività in questione e tutti potrebbero scoprire cosa stiamo leggendo. Non solo è inviato il contenuto dell’ebook letto in quel momento ma anche altri dati quali: l’autore del volume, la data di acquisto, quanto tempo si è dedicato alla lettura, la percentuale letta, le pagine lette, l’ID che identifica in modo univoco l’utente e il dispositivo, e anche l’indirizzo IP dell’utente.
Le condizioni di utilizzo dell’applicazione Adobe non specificano che i dati in questione sono raccolti, in contrasto con le necessarie informative sulla privacy. A parte questo, il problema è che tali informazioni, essendo inviate in chiaro, potrebbero essere intercettate da terzi. La software house si giustifica spiegando che le informazioni sono raccolte per attivare meccanismi anticopia, meccanismi antipirateria e convalidare un sistema che consente il prestito di documenti digitali e il pagamento in base al numero di pagine lette. L’indirizzo IP sarebbe necessario per identificare la nazione dell’utente e tenere conto di specifiche politiche dei costi. La società promette ad ogni modo che con un prossimo aggiornamento i dati saranno inviati in forma cifrata.
Qualche giorno addietro è stato evidenziato come anche Microsoft nella Tech Preview di Windows 10 abbia integrato funzioni che raccolgono in tempo reale varie informazioni sull’utente.