L’AGCM, l’organo antitrust italiano, ha inviato al Parlamento e al Governo un parere in cui invita sostanzialmente i poteri esecutivo e legislativo dello Stato italiano a ridimensionare il ruolo della SIAE, la Società Italiana degli Autori ed Editori, che attualmente detiene praticamente il monopolio sul territorio italiano per la gestione dei diritti d’autore.
Il parere dell’AGCM deriva dalla prossima necessità di applicare la Direttiva 2014/26/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, che mira a istituire un “sistema di concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno”, un sistema in grado di garantire la concessione dei diritti di utilizzo di opere coperte da diritti d’autore che possa prescindere dai singoli organismi nazionali, offrendo ai detentori dei diritti la possibilità di scegliere a chi rivolgersi per la registrazione delle loro opere.
Oggi in Italia la registrazione delle opere musicali passa obbligatoriamente attraverso la SIAE, che opera in condizione di monopolio, impedendo qualunque tipo di concorrenza; tutto ciò grazie all’articolo 180 della Legge del 22 aprile 1941, n. 633 (LDA), che nomina la SIAE come unico organo a poter svolgere l’attività di intermediario fra chi detiene i diritti e chi vuole farne uso, in netto contrasto con la Direttiva 2014/26/UE, che sancisce invece principio della libertà di scelta dei titolari del diritto nello scegliere a chi affidare la tutela delle opere.Il disegno di legge attualmente proposto dal Parlamento italiano al momento non prevede un intervento sui poteri della SIAE, cosa che invece è auspicata dall’AGCM: “L’intervento di liberalizzazione dovrebbe essere integrato da una riforma complessiva delle modalità di intermediazione dei diritti delineate dalla LDA, senza trascurare una rivisitazione del ruolo e della funzione della SIAE nel mutato contesto”.
Una riforma radicale della SIAE e in corretto recepimento della Direttiva 2014/26/UE potrebbe finalmente favorire la concessione delle licenze sul diritto d’autore con più rapidità e semplicità, aprendo il mercato a una più sana concorrenza, con benefici non solo da parte dei consumatori ma anche degli autori, che avrebbero maggiori opportunità per tutelare le loro opere. Uno scenario che favorirebbe lo sviluppo della fruizione online, sempre più ingabbiata fra burocrazia e anacronismi.