L’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato (AGCOM) ha aperto una istruttoria nei confronti di Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) per accertare eventuali condotte abusive nel settore della gestione e intermediazione dei diritti d’autore. Il procedimento è stato avviato a seguito delle segnalazioni di alcune imprese (Innovaetica S.r.l. e Soundreef Ltd.) che offrono in Italia servizi innovativi alternativi a quelli del monopolista nazionale, al fine di «verificare se le condotte di SIAE abbiano l’effetto di escludere ogni concorrenza dai mercati oggetto di indagine, ostacolando le attività degli operatori nuovi entranti, riducendo così anche la libertà degli stessi autori ed editori di scegliere a quale collecting associarsi o richiedere servizi, anche solo di carattere “accessorio” a quelli di intermediazione del copyright».
L’istruttoria, spiega l’Antitrust, ha inoltre lo scopo di accertare se l’associazione degli organizzatori di concerti di musica dal vivo, ASSOMUSICA, abbia posto in essere una intesa restrittiva della concorrenza, tramite l’adozione di linee guida che indicano alle imprese associate di non stipulare accordi di licenza, né corrispondere compensi a società di gestione concorrenti di SIAE.
La Società Italiana degli Autori ed Editori si occupa dell’intermediazione dei diritti d’autore e opera nel nostro paese in regime di monopolio. È presente sul territorio nazionale con dieci sedi, 28 filiali e 469 mandatarie, gestendo i diritti d’autore di oltre 80.000 artisti, tra autori ed editori, italiani e stranieri (con accordi di reciprocità con le equivalenti società straniere di gestione collettiva), per un patrimonio amministrato nel 2015 pari a circa 574 milioni di euro.
Già nel giugno dell’anno scorso l’Antitrust aveva riconosciuto ai titolari dei diritti la facoltà di individuare un organismo di gestione collettiva “indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti”.
Il valore e la ratio dell’impianto normativo europeo – spiegava l’Autorità – risultano gravemente compromessi dalla presenza, all’interno dell’ordinamento nazionale, della disposizione contenuta nella legge sul diritto d’autore, ormai isolata nel panorama degli ordinamenti degli Stati membri, che attribuisce a un solo soggetto la riserva dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore».