Al lancio del primo iMac questa notte il CEO di Apple Tim Cook ha dedicato un tweet. L’evento è accaduto venti anni anni fa; l’allora “CEO ad interim” di Apple presentava un all-in-one che rivoluzionava un formato che Apple padroneggiava da anni, stupendo tutti: per la prima volta un computer dedicato al grande pubblico metteva tra i suoi obiettivi primari l’estetica e il colore. Nella concezione di Steve Jobs e Jonathan Ive, si trattava di un computer da tavolo destinato al mercato home consumer, un “all-in-one” bello da vedere, con tastiera, monitor da 15″ e computer integrati in una unità pronta all’uso appena estratta dalla scatola proponendosi come “il computer dell’era Internet”.
A differenziare questo nuovo arrivato non era tanto la tecnologia integrata nel computer quanto, infatti, l’esterno. L’iMac era bello da vedere e si distingueva per le sue linee curve e la scocca realizzata con plastiche colorate che lasciavano intravedere l’interno. Oltre ad essere uno dei primissimi computer a integrare di serie l’USB e il primo ad avere solo questo tipo di porta, fu il primo ad abbandonare anche il drive per floppy disk, ritenuto anacronistico da Jobs, una scelta da molti bollata all’epoca come “folle”.
Nel 1998 dopo avere illustrato lo schema della nuova strategia dei prodotti Apple, Jobs era pronto per rivelare la sua nuova creatura. “Ecco come sono i computer oggi” disse mentre su un gradne schermo alle sue spalle si vedevano la foto di un monitor e il case di un tipico PC beige. “Ho il piacere di presenteravi come saranno d’ora in avanti” disse Jobs. Sollevò il panno da un tavolo al centro dl palco e scoprì il nuovo iMac che, sotto i riflettori, scintillò in tutto il suo splendore. Cliccò con il mouse e, come al primo lancio del Macintosh originario, lo schermo mostrò in sequenza software che poteva eseguire e alla fine apparve la scritta “hello” al centro (con lo stesso carattere usao per il Macintosh nel 1984) ma questa volta accompagnato dalla parola “(again)”. Partì l’applauso e Jobs guardò fiero l’iMac. “Sembra venuto da un altro pianeta” disse facendo sorridere tutti, “un buon pianeta. Un pianeta con designer più bravi”.
“Si tratta di un momento fondamentale nella storia di Apple”, dichiarò Steve Jobs in occasione della presentazione del prodotto. “Abbiamo creato iMac per offrire ai nostri clienti le infinite potenzialità di Internet e la semplicità del Mac, unite tra loro nel computer del futuro”, “un prodotto che sottolinea nuovamente il ruolo di leader che Apple ricopre sul mercato”.
20 years ago today, Steve introduced the world to iMac. It set Apple on a new course and forever changed the way people look at computers. pic.twitter.com/GbKno7YBHl
— Tim Cook (@tim_cook) May 6, 2018
Dopo il primo modello con PowerPC G3 a 233 MHz colore “bondi blue” (dal nome di una spiaggia australiana con l’acqua di quel colore), arrivarono l’iMac DV (per Video Digitale), una versione con riverstimento color grafite e quelle con nuove plastiche colorate, tra le quali: Ruby (rosso), Sage (verde), Snow (bianco) e Graphite (grigio). Poi il “Blue Dalmatian”, “Flower Power” e poi ancora “Indigo” e “Snow”.
L’intero progetto fu rivisto nel 2002 con l’arrivo dell’iMac flat panel, bianco, un modello inizialmente con display da 15″ facilmente posizionabile dove si preferiva tramite un braccio pieghevole collegato alla base semisferica. Nel 2004 fu il turno dell’iMac G5 con tutta l’elettronica alloggiata dietro lo schermo LCD e nel 2006 arrivò il primo con un processore Intel. Gli anni seguenti fu il turno dell’iMac Aluminum (con l’involucro in alluminio e monitor protetto da un vetro glossy) e poi l’iMac Unibody (un guscio di un blocco unico di alluminio).
Come abbiamo già ricordato all’epoca del decimo anniversario, Steve Jobs era tornato alla guida di Apple praticamente da neanche un anno e l’arrivo nei negozi di quel particolare, benedetto computer ha letteralmente cambiato il mondo. Perché il resto è stato solo una conseguenza: senza quel primo passaggio, la vera rivoluzione Mac, anzi iMac, non sarebbe mai partita. Sono in molti quelli che hanno cominciato a usare i computer con la mela proprio grazie ad un iMac. Il piccoletto colorato, nato per essere il Mac versione due declinata al ritmo di internet, con il suo mouse rotondo, il suo aspetto da classico istantaneo come un televisore Brionvega, la facilità con la quale faceva viaggiare Os 9 e poi farà viaggiare Mac Os X, non sono da dimenticare.
Il primo iMac fu per Apple una scommessa. Con il senno di poi un azzardo che ha contribuito a cambiare l’industria del settore e trasformare Apple in una delle più importanti aziende al mondo. Senza il primo iMac Apple sarebbe molto diversa da ora, anzi forse neanche esisterebbe.