Chissà che cosa come sarebbe stato il libro di Gabriel García Márquez se avesse scritto oggi quello che resta una delle sue opere di maggior spessore, l’Amore ai tempi del colera. Forse non avrebbe scritto L’Amore al tempo dell’Intelligenza artificiale, ma magari qualche spunto da una vicenda accaduta negli USA alcuni giorni fa ,che dimostra che copsa possa accadere quando, non un morbo ma l’Ai si mette di mezzo nelle faccende di cuore, l’avrebbe potuto trarre.
Cose che succedono… domani
Partiamo dalla cronaca, allora. Mercoledì scorso, Nick Spreen, sviluppatore di software che vive a New York, ha ricevuto un avviso sul suo iPhone 15 Pro, inviato attraverso una prima versione di prova della funzione di riepilogo dei messaggi di testo di Apple Intelligence: “Non state più in una relazione; rivuole le sue cose dall’appartamento”, si legge nel messaggio scritto dall’intelligenza artificiale, che riassume il contenuto di diversi messaggi di testo separati della sua ragazza, arrivati fra le altre cose il giorno del suo compleanno.
Spreen ha condiviso uno screenshot del messaggio generato dall’intelligenza artificiale in un tweet ormai virale sul social network X, scrivendo “per chiunque si sia chiesto che aspetto abbia un riepilogo di Apple Intelligence di un messaggio di rottura”. Una brutta faccenda, come sa chiunque si sia lasciato.
Caro, non sei tu, sono io. O è l’intelligenza artificiale?
Cosa potrà succedere? Facciamo delle ipotesi: Siri si sta trasformando in una consulente sentimentale d’eccezione. Con un algoritmo sofisticato, analizza anni di conversazioni e determina il momento perfetto per chiudere una relazione. La freddezza del silicio sostituisce il calore umano, offrendo una rottura clinicamente efficiente.
Se oggi può tirare le somme dei messaggi che chiude una storia, quanto manca prima che tiri le somme di un’intera relazione? All’insaputa di quello che pensano o sentono le persone, ovviamente. Chi avrebbe mai pensato che un giorno le coppie si sarebbero trovate ad affidare le loro sorti a un assistente virtuale? Eppure, eccoci qui, pronti a ricevere consigli amorosi da una voce sintetica che non ha mai provato l’ebbrezza di un bacio o il dolore di un cuore spezzato.
Dal piccione viaggiatore all’AI: l’evoluzione del messaggero d’amore
I tempi cambiano, e con essi i mezzi per comunicare i sentimenti. Dal romantico piccione viaggiatore siamo passati alle email, agli SMS, e ora all’intelligenza artificiale. L’amore vola sulle ali dei dati, navigando tra cloud e algoritmi.
Già sempre più persone trovano l’amore con le app. Alcune vengono licenziate via SMS o messaggino WhatsApp (“Oggi è stato il tuo ultimo giorno di lavoro, ti spediremo le tue cose per corriere. A spese tue”). Altre cercano un senso della vita con l’AI che fa da psicologo e da coach. Ma che fine ha fatto la poesia di una lettera scritta a mano? Lascia il posto all’efficienza di un messaggio generato da ChatGPT. Bisogna però avere chiaro che in questo passaggio si perde la bellezza dell’imperfezione umana, sostituita dalla precisione fredda di un linguaggio artificialmente perfetto.
Non siamo compatibili. Me l’ha detto l’algoritmo mi ha detto che siamo incompatibili
Il machine learning si erge a giudice supremo delle relazioni amorose. Analizzando migliaia di variabili, dalle abitudini alimentari alle preferenze Netflix, l’AI presto potrebbe decretare la fine di un amore prima ancora che i diretti interessati se ne rendano conto. Le coppie del futuro potrebbero trovarsi a discutere non più di sentimenti, ma di percentuali di compatibilità. “Mi dispiace, cara, ma secondo l’ultimo aggiornamento siamo scesi al 43% di affinità. Meglio chiudere qui.”
E le “rotture 2.0” verranno fatte con delega emotiva all’era digitale. Il che, se finora abbiamo scherzato, potrebbe però avere anche delle implicazioni serie. Ad esempio, nei divorzi trovare la quadra spesso è difficile, soprattutto dal punto di vista emotivo. Ma dietro alla ripicche ci sono esigenze di vita, fattori economici. Servirebbe un occhio spassionato
Perché allora affrontare una conversazione difficile quando si può delegare il compito ingrato a un’intelligenza artificiale? ChatGPT si trasforma nel perfetto intermediario per le rotture, capace di formulare messaggi di addio calibrati al millimetro. L’era della delega emotiva è alle porte. Presto, potrebbe essere normale ricevere un messaggio di rottura generato da un’AI, completo di emoji consolatorie e link a playlist di Spotify per cuori infranti. E magari una bozza di accordo da far valutare alla nostra, di AI (mentre noi prendiamo a testate un muro imbottito, magari)
La tua relazione è ancora supportata in questa versione?
Un altro aspetto, se lasciamo spazio all’interpretazioni dell’apprendimento automatico, è quello per cui le relazioni amorose entrano nell’era degli aggiornamenti software. Un bug nel cuore? Nessun problema, basta aspettare la prossima patch. L’amore si trasforma in un sistema operativo, con tanto di termini di servizio e politica sulla privacy.
Il giorno in cui dovremo leggere un manuale d’istruzioni prima di iniziare una relazione potrebbe non essere lontano. Eppure, nell’era dell’amore digitale, potrebbe diventare la norma accettare i “termini e condizioni” prima di pronunciare il fatidico “ti amo”.
C’è anche un lato positivo dell’AI nell’amore e soprattutto nelle rotture: niente più frasi fatte Infatti, almeno l’intelligenza artificiale non ricorre al trito “possiamo restare amici”. Gli algoritmi riusciranno ad elaborare messaggi di rottura su misura, evitando cliché e luoghi comuni. La fine di una relazione diventerà un’esperienza linguistica unica e personalizzata.
Nuovi mestieri: interprete di messaggi d’addio AI
L’AI scende in pista e parla lei al posto nostro. I vantaggi? Addio alle scuse banali e alle giustificazioni inverosimili. L’AI promette rotture semanticamente ricche e stilisticamente impeccabili. Il dolore rimane, ma almeno è espresso con originalità. Nasce quindi una nuova figura professionale: l’esperto in decodifica di rotture generate dall’intelligenza artificiale. Questi moderni linguisti si specializzano nel tradurre il gergo algoritmico in emozioni umane comprensibili.
Già possiamo immaginare corsi online e lauree in “Comunicazione Sentimentale Artificiale” che spuntano nei programmi universitari. Gli studenti si immergono nello studio delle sfumature emotive nascoste tra le righe di codice, preparandosi a una carriera nel counseling digitale-sentimentale.
Alexa, trova una scusa per non uscire stasera
I vantaggi, a pensarci bene, potrebbero essere molti. Un segreto per capire il futuro dell’informatica è capire se riesce a fare male una cosa. Quando ha superato la barriera, poi è solo questione di tempo e di qualche iterazione prima di arrivare a livelli incredibili. Ad esempio: la creatività dell’AI al servizio di noialtri poveracci.
La tecnologia si trasformerà con una certa facilità, ormai è evidente, in complice dei cuori spezzati. Gli assistenti virtuali diventano esperti nell’inventare scuse credibili per evitare incontri indesiderati. L’arte della fuga si automatizza, con algoritmi capaci di generare alibi a prova di stalker. Presto potremmo vedere app dedicate esclusivamente alla creazione di scuse su misura. Come si potrebbero chiamare? Facile: “ScusApp: l’applicazione che ti salva da ogni situazione imbarazzante”. La vita sociale si trasforma in un gioco di strategia, con l’AI come fedele alleato.
Dal Ghosting al Bot-ting: strategie di fuga digitali
Sì perché nelle dinamiche di pre-coppia, coppia e post-coppia, il gioco del vedo-non vedo è fondamentale E se anche abbiamo creato parole nuove per il tempo digitale, che ha offerto nuove possibilità di connessione, presto dovremo dargli nuovi significati. Un esempio? Il Ghosting, l’arte di sparire senza lasciare tracce, evolverà nel bot-ting. Un bot che prende il controllo dei profili social del fuggitivo, continuando a postare e interagire come se nulla fosse, mentre il proprietario si gode la sua nuova vita da single.
L’illusione della presenza online permette fughe perfette. Il bot mantiene viva l’immagine digitale, rispondendo a messaggi e commenti con un realismo inquietante. La domanda sorge spontanea: quante delle interazioni online saranno realmente con esseri umani? Probabilmente pochissime. Ma questo potrebbe essere anche una cosa buona, se pensiamo a tutti quei narcisisti incapaci di usare la lingua italiana che ci bombardano ogni giorno. Quindi meglio gli aromi sintetici al puzzetto dei prezzemolini digitali.
Infine, ci sarà la rivincita degli analfabeti digitali
Inutile nascondercelo: in un mondo di rotture mediate dall’intelligenza artificiale, gli analfabeti digitali godono di un vantaggio inaspettato. Sono gli unici a ricevere ancora rotture faccia a faccia, con tutti i drammi e le emozioni che ne conseguono. Sono loro che vivono una vita da boomer: magari non più giovani e aitanti come un tempo, ma almeno litigano come si faceva una volta.
Paradossalmente, infatti, l’incapacità di utilizzare la tecnologia potrebbe diventare garanzia di autenticità emotiva. Mentre il resto del mondo affida sempre di più i propri sentimenti agli algoritmi, i tecnofobici vivono relazioni e rotture all’antica, con lacrime vere e abbracci reali. Con un consiglio per tutti, maschi e femmine: tenete in freezer un bel barattolo del vostro gelato preferito: potreste averne bisogno a un certo punto, perché la miglior terapia per chi si lascia è passare una sera sul divano a guardare film romantici piangendo e mangiando gelato.
E poi, come diceva Rossella O’Hara alla fine di Via col vento, “Dopotutto, domani è un altro giorno”.
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