L’attività congiunta di ricerca sui materiali compositi avanzati in fibra di carbonio, avviata due anni fa da Automobili Lamborghini e Houston Methodist Research Institute, giunge ad un importante punto di svolta. A partire dal 2 novembre è programmato il lancio del vettore Northrop Grumman Antares dalla Wallops Flight Facility in Virginia, che porterà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) un set di campioni di materiale composito realizzati da Lamborghini.
Il lancio si inserisce nel quadro di una campagna di test sponsorizzata dall’ISS U.S. National Laboratory e sovraintesa dal Houston Methodist Research Institute. E’ mirata ad analizzare la risposta di cinque differenti materiali compositi prodotti da Lamborghini alle sollecitazioni estreme indotte dall’ambiente spaziale, in vista di future applicazioni su modelli della Casa di Sant’Agata Bolognese e in ambito medico.
La missione, a cui Lamborghini fornisce la sua collaborazione a titolo gratuito, avviene a distanza di due anni di una intesa che ha permesso di avviare un progetto di ricerca congiunto sullo studio della biocompatibilità dei materiali compositi per verificarne il possibile impiego in impianti protesici, ma anche in dispositivi sottocutanei, sfruttandone le peculiari proprietà di leggerezza, radio trasparenza e radio compatibilità.
Il lancio sulla stazione orbitale ISS porta i colori del tricolore: il contributo italiano è rappresentato non solo dalla Lamborghini, ma anche dal Dott. Alessandro Grattoni, Chairman del Dipartimento di Nanomedicina del Houston Methodist Research Institute, e dall’astronauta Luca Parmitano che, alla sua seconda presenza a bordo della ISS, ne è appena divenuto comandante, una “prima” assoluta per l’Italia.
Nel dettaglio, i 5 campioni di fibra di carbonio selezionati per l’esperimento sfruttano alcune tra le più innovative tecnologie attualmente disponibili. Queste sono il frutto del know-how dell’azienda in questo campo e in particolare dell’attività di ricerca e sviluppo del Dipartimento “Centro Sviluppo Compositi” e del suo laboratorio ACLSD (Advanced Composites and Lightweight Structures Development) presso la sede di Sant’Agata Bolognese, da anni attivo sul fronte dei compositi ad alte prestazioni.
Di particolare interesse non solo per l’ambito biomedico ed automotive è il composito a fibre continue stampato in 3D, che consente di combinare la flessibilità estrema della “manifattura additiva” con le performance meccaniche di alto livello, pari a quelle di un buon alluminio per usi strutturali.
Un ruolo importante nell’esperimento è ricoperto anche dai compositi di carbonio a fibre discontinue, una tecnologia in cui l’azienda è pioniera fin dal lancio della vettura in serie limitata “Sesto Elemento” del 2010 ed il cui uso è ad oggi una realtà consolidata su tutta la gamma prodotto della Casa di Sant’Agata Bolognese.
Infine, il lotto sperimentale include anche campioni in tessuto pre-impregnato in resina epossidica e polimerizzato in autoclave, tecnologia tradizionale ma tuttora ai vertici dal punto di vista delle caratteristiche meccaniche.
I materiali, a bordo della ISS per una durata di sei mesi, saranno sottoposti non solo a cicli di escursione termica estremi con picchi da -40 fino a +200 gradi centigradi, ma anche a massicce dosi di radiazione ultravioletta, raggi gamma e il flusso di ossigeno atomico causato dalla ionizzazione, da parte della radiazione solare, degli strati più alti e rarefatti dell’atmosfera
terrestre.
Al termine del periodo di missione, i campioni rientrati sulla terra saranno infine oggetto di test congiunti da parte di Automobili Lamborghini e del Houston Methodist Research Institute allo scopo di quantificarne il degrado qualitativo sia in termini di proprietà chimiche e fisiche che di proprietà meccaniche. Per Lamborghini, in particolare, i dati ricavati risulteranno preziosi in vista di un utilizzo ancor più esteso dei compositi avanzati a bordo delle proprie vetture.