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Con la mente Ive ha lasciato Apple 4 anni fa

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Jonathan Ive ha formalmente annunciato di avere deciso di lasciare Apple ieri, ma in realtà nella pratica, almeno dal punto di vista della mente, ha lasciato Apple quattro anni fa. È questo il succo di un articolo pubblicato su Bloomberg a firma di Mark Gurman, un giornalista solitamente molto ben informato sulle cose di casa Apple.

Gurman spiega che il disimpegno di Ive è cominciato subito dopo il lancio di Apple Watch nel 2015. In quel momento, come abbiamo scritto anche su Macitynet, il designer ha cominciato a delegare i compiti della quotidianità lasciando la supervisione giornaliera del design team ad altri. Le sue presenze si sono rarefatte e ridotte a un paio di visite a settimana. Nello stesso periodo Ive aveva riferito al New Yorker di sentirsi “profondamente stanco”, spiegando anche che l’anno del debutto di Apple Watch era stato per lui quello più difficile da quando era arrivato in Apple.

Laurene Powell Jobs, vedova del co-fondatore di Apple e amica di Ive, aveva suggerito al New Yorker la possibilità di predisporre una “struttura di sostegno leggermente diversa, più duratura”, mantenendo allo stesso tempo Ive in azienda. Tre mesi dopo, Ive fu nominato Chief Design Officer, un ruolo che permetteva di demandare le sue responsabilità giornaliere in merito al design di hardware e software a due dirigenti fidati, Alan Dye e Richard Howarth.

Due anni dopo, alla fine del 2017, Ive riprendeva le redini di alcune responsabilità dirette da leader che in precedenza aveva deciso di lasciare ad altri. Nonostante questo ha continuato a recarsi in ufficio solo un paio di volte a settimana e molti dei meeting con collaboratori e dirigenti avvengono a San Francisco. Questo consente al designer di evitare lunghi viaggi a Cupertino, lontano dalla sua casa del quartiere Pacific Height, un vero angolo di pace e un rifugio perfetto dal rumore e dalla vita frenetica della città.

Ive a quanto sembra si incontra di tanto in tanto con i dipendenti direttamente a casa loro, ma anche in hotel e altri luoghi. Per molti dei suoi lavori ha anche predisposto uno studio ad hoc a San Francisco.

Chi è Jonathan Ive, il designer che ha lasciato Apple dopo 30 anni
Jony Ive e Tim Cook insieme nel settembre del 20018 in occasione del lancio di iPhone XR

Ive viaggia spesso a Londra, visitando i posti dove è cresciuto. Ad alcuni degli ultimi eventi di Apple non ha partecipato: una assenza che sarebbe stata impensabile fino a poco anni addietro.

“Ha aspettato a lungo questo momento”, spiega una persona che lo conosce; “È stato in Apple per oltre 25 anni, ed è un lavoro molto impegnativo. 25 anni per lui sono stati qualcosa di estenuante e arriva il momento per tutti di rallentare”.

Inizialmente per Apple non cambierà molto perché l’azienda opererà in base a molti suoi input e e suggerimenti del suo team. La sfida ad ogni modo incombe e c’è già chi è preoccupato per la nuova leadership nel design. Ora che Ive è ufficialmente fuori, Evans Hankey – manager di lunga data dello studio – guiderà l’hardware design group; Hankey è descritta come un grande capo squadra ma tra i dirigenti di alto livello mancherà un vero “cervellone” esperto di design. Hankey e Dye riporteranno ad ogni modo a Jeff Williams, chief operating officer dell’azienda. Williams è indicato come un talentuoso dirigente, elemento che lascia immaginare una Apple sempre più attenta alle operazioni aziendali.

“Il design team è composto da alcune tra le persone più creative ma ora c’è la barriera di un dirigente esperto in operazioni che prima non c’era”, ha riferito un ex dirigente della Mela. Ive riportava al CEO Tim Cook e, quando era in vita, direttamente a Steve Jobs. I due erano amici e spesso sono stati visti insieme in giro per il campus della Silicon Valley, intenti a prender decisioni su questioni di design.

La partenza di Ive coincide con la nomina di Sabih Khan al ruolo di vice presidente responsabile delle operazioni; questa parte di Apple, a quanto pare, è ora più coinvolta nello sviluppo di prodotti anche nelle fasi iniziali.

Uno dei futuri prodotti sul quale Apple è al lavoro è il visore per la Realtà Aumentata/Realtà Virtuale. A Cupertino stanno da tempo studiando le tecnologia in questione e hanno realizzato vari prototipi, con l’obiettivo di irrompere in questo settore, un po’ come fatto a suo tempo dall’iPod nel campo della musica. Gli operations team di Apple sono già coinvolti nel processo, individuando fornitori e studiando metodologie di produzione.

Un prodotto di questo tipo, potrebbe rappresentare un “salto” per Apple verso qualcosa di mai visto prima, qualcosa di diverso rispetto a quanto finora progettato da Ive, abituato a migliorare prodotti esistenti e renderli fruibili alle masse; per fare un esempio: gli schermi touch esistevano prima dell’iPhone ma Apple ha fatto fare a questo settore un salto da gigante in termini di qualità e possibilità offerte.

Alle sfide che attendono Apple non parteciperanno esperti quali Christopher Stringereand e Daniele De Iulii, luogotenenti di Ive che hanno lasciato l’azienda tempo addietro, e neanche Daniel Coster, che ha lasciato Apple per andare a lavorare con GoPro nel 2016.

Negli ultimi sei mesi, il team che si occupa di design in Apple ha perso altri tre elementi chiave: Julian Hoenig, Rico Zorkendorfer e Miklu Silvanto. Ognuno di questi ha contribuito a vario titolo alle attuali linee di prodotti della Mela, elementi preziosi non facili da sostituire, facendo pensare ad un aggiustamento radicale ai vertici del team.

A fine 2015 sono arrivati Joe Tan, fondatore dell’azienda Moreless e nuove leve da aziende come Nike, studi indipendenti e scuole di design, persone alle quali sarà conferita maggiore responsabilità nello sviluppo di nuovi prodotti; queste infonderanno nuova energia vitale nel team ma il confronto con i predecessori non sarà semplice.

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