I tradizionali hard disk – memorie di masse di tipo magnetico – sono ancora comodi per archiviare grandi quantità di dati e i costi di unità di grandi dimensioni di questo tipo sono tipicamente inferiori rispetto a unità SSD di pari archiviazione.
I dischi rigidi sono tipicamente meno dispendiosi a parità di quantità di archiviazione, ma le unità SSD ssono ovviamente più veloci con ovvi vantaggi in fase di avvio e spegnimento del computer, nelle operazioni idi caricamento che possono avvenire più velocemente per giochi, applicazioni e film, oltre a supportare meglio e spostamenti e cadute, usare meno alimentazione e mantenere più freddo il computer che le ospita.
Molti utenti usano ancora i tradizionali HDD, anche come semplici unità di archiviazione ma l’addio ai dischi rigidi potrebbe avvenire ancora più velocemente di quanto finora immaginato, perché sempre più sviluppatori indicano come obbligatorio l’uso di unità SSD.
Lo riferisce il sito The Verge spiegando che Microsoft ha riferito che un gioco come Starfield (in arrivo a settembre) richiederà 125GB di storage su unità SSD; non è una raccomandazione ma una specifica obbligatoria.
Non è solo Microsoft a suggerire/obbligare al passaggio delle unità SSD ma anche altri; la polacca CD Projekt Red – specializzata in videogiochi – ha indicato le unità SSD nelle specifiche minime per usare Cyberpunk 2077: Phantom “Liberty”, altra avventura il cui arrivo è previsto a settembre 2023.
“Uno dei cambiamenti è la scelta di dire addio al supporto degli HDD come requisiti minimi; gli SSD offrono migliori tempi di caricamento, migliorie nello streaming e migliori performance complessive rispetto agli HDD”, spiega CD Projekt Red in un post sul blog aziendale.
Cyberpunk 2077 funzionerà ancora con gli HDD ma gli sviluppatori hanno fatto sapere che il gioco verrà testato solo con unità SSD e quindi i giocatori potrebbero notare problemi di performance eseguendo il gioco su macchine con tradizionali dischi rigidi.
Prima o poi arriveremo al punto in cui sarà obbligatorio avere macchine con SSD; la speranza è che questo porti a completo supporto ad API (interfacce di programmazione) come DirectStorage, con le quali è possibile sfruttare peculiarità delle unità SSD NVMe, riducendo al minimo il carico di CPU, liberando risorse per la gestione di hardware ed eventi specifici, con guadagni nei tempi di caricamento e per quanto riguarda le performance complessive.