Da diversi mesi a questa parte la Federal Trade Commission statunitense ha intensificato la propria attività di monitoraggio e le indagini nel settore della tecnologia: ora la stessa FTC sta indagando sull’accordo tra Apple e Amazon che ha portato alla nascita di un vero e proprio negozio Apple Store sulle pagine del colosso dell’e-commerce.
L’accordo tra Apple e Amazon è stato siglato lo scorso anno: nel negozio ufficiale Apple su Amazon gli utenti possono acquistare prodotti marchiati Mela morsicata, nuovi e usati ricondizionati, a prezzi allettanti, spesso anche con sensibili sconti sui prezzi applicati direttamente da Cupertino nei propri negozi fisici e online.
La FTC non ha ufficialmente annunciato l’apertura di una procedura formale sull’accordo tra Apple e Amazon, ma le operazioni in corso sono segnalate da alcuni piccoli rivenditori statunitensi intervistati dagli avvocati e membri della FTC. Tra questi John Bumstead, un piccolo rivenditore del Minnesota, specializzato in MacBook ricondizionati, presente da tempo su Amazon, ma estromesso dal sito di e-commerce in seguito all’accordo tra Apple e Amazon.
Bumstead dichiara di essere stato intervistato dai legali e da un economista della FTC, come segnala The Verge, con domande relative ad Amazon Marketplace, sul ruolo della piattaforma di Bezos nel business dell’imprenditore e le conseguenze subite dopo l’accordo tra Apple e Amazon.
Secondo un esperto antitrust è possibile che l’accordo in questione possa essere considerato illegale da parte delle autorità antitrust. Questo perché si tratta di una strategia nota, denominata nel settore come brand gating, in cui un marchio di primo piano sigla un accordo di distribuzione con un importante rivenditore. Lo scopo può essere quello di escludere venditori terze parti che propongono prodotti contraffatti, ma la stessa tecnica permette anche di escludere offerte e promozioni a prezzi troppo bassi.
Ma l’indagine informale attivata dalla FTC sull’accordo tra Apple e Amazon sembra prendere di mira anche un altro fattore, vale a dire l’esclusione di piccoli rivenditori terze parti.
Sembra infatti che per poter continuare a proporre prodotti Apple ricondizionati su Amazon occorre effettuare acquisti di grandi lotti, per 2,5 milioni di dollari ogni 90 giorni, quindi oltre 10 milioni di dollari al mese, un volume che rischia di escludere numerosi imprenditori privati e piccole aziende. In secondo luogo occorre anche ottenere la certificazione di rivenditore autorizzato Apple, con requisiti, termini e clausole non disponibili pubblicamente.
Il negozio di prodotti Apple su Amazon è disponibile da questa pagina.