La convergenza multimediale incarnata dai cellulari ha dato il via allo sviluppo di contenuti “mobili”, tradizionalmente relegati ad altri media. Uno dei casi più emblematici è quello dei filmati: non di rado viene prodotto materiale video appositamente per i telefonini.
Possiamo fare esempi come Warner Bros, che ha recentemente rilasciato alcuni brevi episodi di Smallville Legends, corollario alla nota serie televisiva che narra le gesta del giovane Superman; 20th Century Fox, con una specie di “best of” di Borat, e ancora MTV e Fox Television.
Gi studios si impegnano, ma nonostante il discreto successo delle iniziative, i numeri non sono ancora sufficientemente pesanti. Sì, 5 milioni di utenti USA utilizzano il cellulare per visualizzare contenuti video; non male, ma poca cosa in confronto ai 195 milioni di possessori di cellulari. E’ appena il 2,56%.
Magro mercato, di conseguenza poco interesse verso di esso, soprattutto da parte dei pubblicitari. Così dicono le cifre: le spese pubblicitarie sui cellulari nel 2006 sono state di 426 milioni di dollari. Le spese pubblicitarie sulla televisione sono state pari a 48 miliardi di dollari.
L’assenza di un mercato definito impedisce ai pubblicitari di individuare un “business plan”, una strategia di promozione che sappia sfruttare le caratteristiche di quel mercato. La chiusura del rubinetto degli introiti pubblicitari è una disdetta per chi vuole offrire i proprio prodotti anche sui dispositivi mobili.
Ma da dove nascerebbe una tale instabilità ? Forse dalla stessa industria dei telefonini. I cellulari, con il loro schermo minuto e non sempre ben definito, poco si prestano alla fruizione di contenuti video. Poca diffusione dei video significa poca visibilità ; la poca visibilità tiene lontana la pubblicità .
Che fare? In casi come questi o si cambia lo status quo, o ci si adatta ad esso.
Sony sta provando la seconda via, tentando di produrre apposito materiale per cellulari. Ma sono gli stessi dirigenti di Sony ad ammettere di andare per tentativi.
Secondo Thomas Lesinski, presidente dell’area intrattenimento digitale di Paramount Pictires, la soluzione potrebbe invece arrivare dalla prima via, attraverso l’iPhone di Apple.
Schermo largo, dimensioni necessarie ma non eccessive, assenza di tasti, ottima definizione dell’immagine e maggiore facilità nel visualizzare i filmati. Tutte caratteristiche che mettono l’iPhone in prima fila nella corsa alla creazione di un mercato che possa puntare sulla distribuzione di contenuti video.
Senza contare la già nativa integrazione con l’iTunes Store, pieno zeppo (in nord-america) di film e serie di rilievo.
Se l’iPhone venderà bene, potrebbe portare una ventata di freschezza non solo nella telefonia, ma anche sui mercati adiacenti, fra cui proprio quello dei contenuti video, con annessi e connessi.