Annunciando l’iPad Air 2020 il 15 settembre di quest’anno, Apple ha anche rivelato alcune delle peculiarità di A14, il SoC che vedremo anche su iPhone 12.
Tim Millet, vice presidente platform architecture di Apple, e Tom Boger, senior director Mac e iPad product marketing di Apple, hanno riferito al sito Engdget alcuni peculiarità sull’ultimo processore della Mela, evidenziando i miglioramenti in termini di performance che è stato possibile ottenere.
L’A14 è il primo chip creato con il processo produttivo a 5nm, tecnologia che ha permesso di integrare un numero elevatissimo di transistor: 11,8 miliardi, in altre parole 3 miliardi in più rispetto all’A13 Bionic (che vanta 8,5 miliardi di transistor). Com’è facile immaginare, riferiscono i manager di Apple, l’aumento dei transistor (i 5 nanometri permettono di avere più transistor nello stesso spazio) ha consentito di ottenere miglioramenti in termini di funzionalità di elaborazione, ottenendo un SoC significativamente più veloce, con CPU e core della GPU più efficienti, ma anche uno spazio di manovra per migliorie minori che offriranno una superiore esperienza complessiva.
La potenza di calcolo di un SoC come l’A14 è indispensabile per gestire i compiti più impegnativi. Per esempio, quando registriamo filmati 4K a 60 fps con gamma dinamica estesa, l’encoder video riceve in ogni istante una vera e propria ondata di informazioni da elaborare, un compito dove altri chip “annasperebbero”. L’ISP e gli encoder video integratati in questi processori permette di analizzare all’istante ogni singolo fotogramma per catturare più dettagli possibili. A tutto questo si aggiunge il Neural Engine che usa l’apprendimento automatico in tempo reale per ottimizzare i vari elementi della scena. È, ad esempio, in grado di illuminare meglio il soggetto in primo piano, e al contempo ridurre il rumore e perfezionare il colore del cielo, tutto all’istante, automaticamente.
A proposito di Neural Engine, quello dell’A14 Bionic può elaborare 11.000 miliardi di operazioni al secondo, con performance fino a due volte superiore rispetto a prima e acceleratori che aumentano fino a 10 volte la velocità, offrendo per le funzionalità di apprendimento automatico livelli di potenza mai visti.
“Vogliamo essere sicuri che quando costruiamo un processore di una nuova generazione, non sia necessariamente destinato a solo un dispositivo”, ha riferito Tim Millet. Apple fa capire che è in gtado di gesture le capacità dei SoC in base ai dispositivi host, grazie ad una architettura sufficientemente flessibile da adattarsi ed essere riutilizzabile con il maggior numero di prodotti possibile.
L’A14 è un passo importante per Apple: lo troveremo su iPhone 12 e iPad Air e sue varianti potrebbero essere integrate in futuri iPad Pro e Mac con CPU Apple Silicon. Ovviamente i due dirigenti intervistati non hanno voluto confermare nulla riguardo al futuro chip Apple Silicon che si troverà sotto il cofano dei futuri Mac. “A volte sono i vincoli unici di una piattaforma che alimentano l’innovazione”, ha spiegato Millet. Leggendo tra le righe si potrebbe intendere che i vincoli di un iPhone o di un iPad sono difefrneti da quelli di un Mac nel quale è semplice preveere un sistema di raffreddamento attivo e quindi innalzare la potenza dei chip, con ovvie migliore in termini di prestazioni.
A novembre dovrebbe arrivare il primo Mac con CPU Apple Silicon, computer che sfrutterà probabilmente una versione personalizzata dell’A14. Millet e Boger non hanno parlato dei Mac ma – come accennato – è lecito aspettarsi performance superiori a quanto possibile attualmente sui Mac con CPU Intel.