L’Unione europea sta prendendo in considerazione nuove e severe leggi che costringerebbero aziende come Facebook, Twitter e YouTube a eliminare contenuti di propaganda terroristica dalle loro piattaforme entro sessanta minuti, pena multe molto severe. Il Financial Times riferisce che questa proposta di legge è attualmente in fase di elaborazione da parte dei legislatori europei, che sembra non vogliano più venire a patti con l’incapacità delle aziende nel controllare i loro siti.
Il commissario per la sicurezza dell’UE, Julian King, ha affermato che Bruxelles non ha “visto progressi sufficienti” su questo tema ed è disposta a intraprendere “azioni più forti per proteggere meglio i nostri cittadini”.
Un proposta di legge preliminare sulla questione era stata approvata a marzo, con la stessa finestra di sessanta minuti concessa alle aziende per eliminare i contenuti terroristici dopo la loro segnalazione. Si trattava però solo di linee guida volontarie e la legislazione attualmente in discussione includerebbe probabilmente anche multe per le società che non rispettano questo obiettivo.
Il problema della moderazione sarà però una spina nel fianco per le aziende che non dispongono delle stesse risorse delle grandi aziende tecnologiche; la legislazione infatti dovrebbe coprire tutti i siti, indipendentemente dalle loro dimensioni. Questo potrebbe finire per colpire più duramente le piccole imprese, ma King afferma che questa regola generale è necessaria per garantire che i contenuti in violazione non si limitino a transumare semplicemente dai grandi portali alle piattaforme più piccole.
“La differenza in dimensioni e risorse significa che le piattaforme hanno capacità diverse di agire contro i contenuti terroristici e le loro politiche per farlo non sono sempre trasparenti”, ha affermato King. “Tutto ciò porta tali contenuti verso il continuo proliferare su Internet, riappaiono una volta cancellati e si diffondono da una piattaforma all’altra”.
Se tutto dovesse andare come previsto la nuova proposta di legge, una volta presentata nella sua completezza, dovrà però essere approvata sia dal Parlamento europeo che dalla maggioranza degli stati dell’UE.