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La Turchia corteggia Apple: “Venite da noi, non abbiamo la burocrazia UE”

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Sfruttando i freschi attriti fiscali fra l’Unione Europea ed Apple, la Turchia corteggia Cupertino invitando a trasferire le sue infrastrutture nel suo Paese. “Apple dovrebbe spostarsi in Turchia. Noi saremmo felici di fornire incentivi fiscali più generosi. Non abbiamo a che fare con la burocrazia europea.” ha scritto il vice primo ministro turco Mehmet Simsek su Twitter.

La Turchia coglie la palla al balzo stuzzicando l’Unione Europea, che ha inflitto una esemplare multa da 13 miliardi di euro ad Apple per elusione fiscale (tasse arretrate). Alla decisione dell’Ue è seguita una lettera aperta di Tim Cook che raccoglie la delusione e una decisa condanna espressi dal CEO della Mela in un documento che ha già fatto molto discutere.

Turchia corteggia Apple
Apple ha due negozi a Istanbul, e ha stretto accordi con il governo turco in passato. Per una serie di ragioni, però, è improbabile che Apple possa trasferirsi in Turchia. Oltre alla presenza infrastrutture in Irlanda, la Mela ha recentemente ottenuto il permesso di aggiungere altri 1.000 posti di lavoro in Eire, oltre alla costruzione di un nuovo data center. Difficile quindi pensare a un trasferimento.

Inoltre la Turchia è anche politicamente instabile, avendo da poco affrontato un tentativo di colpo di Stato, cui è seguita una dura repressione da parte del presidente Recep Tayyip Erdogan, sfociata in una amplissima purga politica che ha portato all’incarceramento di qualunque persona sospettata di coinvolgimento.

A questo si aggiungono periodici recrudescenze di terrorismo e scontri interni con la minoranza curda, nonché dubbi legami con l’ISIS stessa e non poche violazioni delle più elementari libertà di espressione e diritti umani, tutte caratteristiche che non lo rendono un Paese con cui collaborare a cuor leggero.

Infine, anche se Apple volesse chiudere un occhio su tutte queste “lacune” (non da escludere, se consideriamo gli ingenti investimenti di Cupertino in Cina, Paese in cui accadono violazioni e repressioni non dissimili da quelle in atto in Turchia), benchè ad oggi sembri un’ipotesi lontana, in futuro la Turchia stessa potrebbe entrare in Europa e Apple potrebbe ritrovarsi al punto di partenza.

 

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