Diciamolo chiaramente: questa è la vendetta di Steve Jobs. Una soddisfazione di cui non potrà godere perché non è qui con noi ad assistervi, ma la sostanza rimane. Il mondo un tempo era posseduto interamente dall’idea di un modello di business vincente: il software fa guadagnare, l’hardware no. Adesso le cose si sono ribaltate.
Per vent’anni Microsoft ha costruito un ecosistema attorno all’idea che si potesse vendere in licenza il software per guadagnare, schiacciando chi produceva l’hardware ai livelli più bassi della catena del valore, quello che viene chiamato “commodity”, rendendo indistinguibile un PC dall’altro perché tanto tutti usano Windows. Mac OS X e poi iPhone e iPad hanno distrutto questo modello. Microsoft si è dovuta ricredere e ha cominciato a investire nell’hardware, creando grandi tensioni nel suo ecosistema. HP sostiene che sia diventata un avversario, come anche Intel. E Apple?
L’azienda di Cupertino, che è il campione del design e dell’integrazione verticale, ha deciso di fare la prossima logica, coraggiosa mossa: regalare il software. Come fa Google, che non fa pagare (se non per i servizi), ma con una differenza. Che mentre Google il software lo regala ma dalla nuvola e con livelli qualitativi molto bassi (Google Docs è una suite piuttosto rudimentale, per esempio), Apple invece investe in qualcosa di molto più concreto e potente, in una serie di app che sono ciliege sulla torta, ben fatte e di valore, complete. E adesso le regala assieme ai servizi cloud.
Questo vuol dire non solo schiacciare il modello Microsoft, ma anche perseguire una innovazione distruttiva all’interno dello stesso ecosistema Apple. La compatibilità (con iCloud, su qualunque sistema) gratuita permette di uccidere una buona fonte di fatturato dell’azienda e aprire nuovi scenari. Milioni di utenti che, come accadde con l’iPod e poi con l’iPhone e poi con l’iPad, iniziano a usare i prodotti Apple e poi entrano nell’ecosistema. Coraggioso Tim Cook, che ha dimostrato di avere una visione, e ottimo tempismo. Vedremo in prospettiva se la qualità dell’esecuzione sarà all’altezza dell’ottima scelta strategica.