Quarta Puntata
LA PAURA DI WOZNIAK
Uno dei primi dipendenti ad essere assunto dalla nuova Apple fu Rod Holt, un ingegnere esperto in elettronica analogica, che decise di abbandonare il suo lavoro alla Atari in favore della società di Jobs e Wozniak. Pian piano Holt era diventato una sorta di “tuttofare”: di supervisore del reparto controllo qualità, del reparto servizi, del reparto di produzione tecnica, documentazione: le cose andavano sviluppandosi ad un ritmo così frenetico che più di una volta Holt minacciò le sue dimissioni.
Tra gli altri personaggi assunti tra i primi dipendenti alla Apple ci sono: Bill Fernandez (l’amico che presentò Jobs a Wozniak), Chris Espinosa e Randy Wigginton (teenager amici di Wozniak conosciuti alle riunioni presso l’Homebrew).
Espinosa trascorse le vacanze di Natale nel garage di Jobs, aiutandolo a correggere gli errori del Basic che sarebbe stato fornito insieme all’Apple II. I due divennero molto amici anche se all’inizio la prima impressione di Espinosa non fu proprio idilliaca: “pensavo fosse pericoloso. Era sempre silenzioso, enigmatico, quasi scontroso e con lo sguardo duro”.
Tutto il merito nella progettazione tecnica dell’Apple I e dell’Apple II viene giustamente riconosciuto a Wozniak ma Jobs ebbe un ruolo fondamentale nella sua creazione e soprattutto nel farne un successo commerciale (fu Jobs che rivide il look del prodotto: a Wozniak non importava anche se ci fossero stati dei cavi che fuoriuscissero dalla scatola; secondo Jobs, invece, era estremamente importante creare un prodotto accattivante e con una custodia in plastica).
Tutto nella neonata società stava procedendo piuttosto bene, mancava solo un piccolo tassello: Wozniak lavorava alla HP e bisognava convincerlo a lasciare la società per dedicarsi a tempo pieno alla Apple. Wozniak era preoccupato all’idea di costituire una società: il suo lavoro alla Hewlett Packard gli dava grandi soddisfazioni e si divertiva molto. Woz aveva, fra l’altro, mostrato
il progetto dell’Apple I ai dirigenti della HP sperando di poter convincere la società a costruirlo ma gli avevano risposto che quel tipo di prodotto non li interessava.
Jobs parlò con Wozniak e si racconta che quando quest’ultimo gli disse che non avrebbe mai lasciato il suo lavoro alla HP, Jobs si mise a piangere. Ad ogni modo, Jobs recuperò il suo proverbiale autocontrollo e cominciò a far pressioni sugli amici di Woz affinché lo convincessero a lasciare il lavoro alla HP e dedicarsi a tempo pieno ad Apple. In qualche modo, gli amici riuscirono riuscirono a far superare le paure di Wozniak (era convinto che non avrebbero venduto più di 1000 pezzi), lasciò il lavoro alla HP e si dedicò a tempo pieno alla Apple.
LA PUBBLICITA’
Jobs rimase così colpito da una pubblicità della Intel pubblicata sulla rivista Interface Age, al punto da contattare l’agenzia per sapere chi aveva realizzato l’annuncio. Regis McKenna fu la risposta. Jobs voleva il meglio per la Apple e decise che anche lui avrebbe avuto il pubblicitario. Regis McKenna, che vestiva in giacca e cravatta e parlava con grande calma, non fu spaventato dall’idea di lavorare per un ragazzino con “la barba alla Ho Chi Min”, in jeans, sandali e pantaloncini corti: “le invenzioni vengono dalla personalità non dalle aziende” e Jobs aveva tutta la personalità in grado di convincere mr. McKenna.
La prima cosa che McKenna progettò fu il logo con la mela colorata: all’inizio, Jobs temeva che non avrebbe funzionato e che sarebbe stato brutto; quando però arrivarono le prime targhette da applicare sulle macchine, Jobs se ne innamorò subito. [ricordiamo che la storia completa del nome e del logo Apple sono disponibili in una lunga serie di articoli che Macitynet ha pubblicato qualche anno fa basandosi sull’originale di Macnyt].
Successivamente Mc-Kenna decise di fare una mossa azzardata e costosa che non aveva mai fatto nessuno: pubblicare un annuncio su una rivista che non c’entrava niente con i computer: Playboy. McKenna aveva però visto giusto: la campagna pubblicitaria ebbe come effetto la pubblicazione di decine di articoli sulle maggiori riviste nazionali: tutti iniziarono a parlare di Apple.
WEST COMPUTER FAIR: LA PRIMA FIERA
A questo punto il principale obiettivo della giovane società, che nel frattempo si era trasferita in un ufficio più grande, era quello di terminare il progetto dell’Apple II per presentarlo alla prima West Coast Computer Fair di San Francisco fiera che si sarebbe tenuta nell’aprile di quell’anno (1977) e subito dopo, iniziare la produzione.
Markkulla stava già stipulando contratti di distribuzione in tutti gli Stati Uniti e molti distributori non vedevano l’ora di lavorare con quel nuovo e rivoluzionario prodotto: erano sicuri di poterne vendere migliaia.
Lavorando con molta fatica (giorno e notte), il progetto completo fu pronto per la West Coast Computer Fair. Jobs sottolineò che era importante avere lo stand più grande ed elagante e così fecero; mise due Apple II ai lati dello stand e con un grande schermo dava dimostrazione di alcuni programmi.
La fiera fu un grande successo: l’Apple II piaceva a tutti! Jobs, Scott ed Espinosa rimanevano nello stand, Markkulal girava per gli stand stipulando contratti con i rivenditori e Wozniak se ne andava in giro a vedere le altre macchine.
La società a quel punto stava decollando: tutti lodavano il progetto di Wozniak, tutti i rivenditori volevano avere il nuovo computer e molti investitori si fecero avanti per cercare di entrare nella società con il logo della mela colorata.
In agosto vennero assunti altri due personaggi fondamentali: Gene Carter (direttore delle vendite) e Wendell Sander, un ingegnere elettrotecnico che aveva maturato anni di esperienza nel campo dei semiconduttori che fu notato da Jobs qualche tempo prima per aver scritto un gioco (Star Trek) per far giocare i suoi figli con l’Apple I.
Per tutto il 1977, Wozniak, Hold e Sander costituirono il nucleo del raparto tecnico della Apple.
Alla fine del ’77 e per tutto il 1978, Wozniak con il loro contributo, progettò tutta una serie di accessori indispensabili per vendere l’Apple II al di fuori del mondo degli hobbysti: una scheda per collegare il computer alle stampanti, una porta seriale, una scheda modem e una scheda ROM.
La società raddoppiava il suo fatturato ogni tre/quattro mesi. Un articolo su Byte rese l’Apple II ancora più famoso e Markkulla riuscì ad attirare i capitali di una società della famiglia Rockfeller. Arthur Rock, entrò a far parte del consiglio di amministrazione della Apple e alla fine dell’anno, la società si trasferì in un ufficio enormemente più grande in Bandley Drive a Cupertino. Ben presto la società divenne troppo grande anche per questo edificio e bisognò aggiungere un altro edificio, che si trovava nella stessa via.
IL DRIVE PER FLOPPY DISK
Una delle cose più importanti realizzata da Wozniak, fu creata durante le vacanze di Natale: l’interfaccia di collegamento con il drive per floppy disk. Il drive era fondamentale, dal momento che la memorizzazione su cassetta non era affidabile: di questo si lamentavano parecchi rivenditori e anche Wigginton che nel frattempo stava scrivendo un programma di contabilità aziandale. Markkulla decise che era importante poter avere quella interfaccia per la prossima Consumer Electronics Show che si teneva in gennaio e alla quale Apple avrebbe partecipato.
Era difficile riuscire a progettare tutta l’interfaccia in un mese, ma Wozniak non si arrese: sapeva che questo significava dover rinunciare alle vacanze, ma si mise a lavorare. Wozniak sapeva qualcosa sulle interfacce disco: quando aveva lavorato alla HP aveva studiato un manuale della Shugart (una fabbrica di unità a disco della Silicon Valley), e iniziò a progettare un circuito in base a quanto ricordava di aver visto nel manuale e osservando in che modo l’IBM controllava le unità a disco.
Studiò il manuale di una unità a disco della North Star e iniziò a comprendere che il circuito che aveva realizzato potesse fare tutto quello che facevano gli altri e anche qualcosa di più. Studiando la circuteria delle unità a disco IBM, riuscì a studiare un sistema che permetteva di eliminare gran parte dei componenti usati lasciando molti compiti al software.
La prima cosa da realizzare, era un programma in grado di formattare il disco: chiamò Wigginton (che all’epoca aveva 17 anni), spiegandogli le istruzioni essenziali (es. come far partire il motore del drive) e nel giro di un mese (lavorando anche il giorno di Natale) riuscirono ad ottenere un drive funzionanate con l’Apple II.
C’erano ancora parecchie cose da fare: il sistema vedeva il drive ma non era ancora in grado di leggere e scrivere i file. Ad ogni modo arrivò il giorno di inizio della Consumer Electronic Show: la notte prima dell’apertura, Wozniak e Wigginton arrivarono a Las Vegas, e la notte, dopo aver aiutato a montare lo stand, continuarono a lavorare fino a notte fonda ma non riuscirono a completare tutto il software necessario. Dopo la mostra, Wozniak continuò a lavorare al suo progetto per due settimane di seguito, lavorando sempre fino a dopo le due di notte.
Quando finalmente il progetto fu completato, Wozniak trovò il modo per ridurre ancora il numero di componenti e i connettori dell’interfaccia: il progetto finale era tecnicamente perfetto ed elegante e tutti gli esperti erano concordi nel definirlo praticamente “geniale”. L’interfaccia di collegamento con il drive per floppy disk fu fondamentale per la Apple e rese possibile lo sviluppo di programmi di database ed elaborazione testi.
VISICALC
Uno dei sofware più importanti di tutti i tempi, è stato VisiCalc, il primo spreadsheet in assoluto, venduto dalla Personal Software di Daniel Fylstra, un californiano trasferito all’Est “per imparare qualcosa sui computer” e che nel 1978 creò una piccola società per la commercializzazione di software iniziando a vendere MicroChess un programma per giocare a scacchi inizialmente pensato per il Tandy TRS-80 ma presto convertito per girare su Apple II. Daniel Fylstra conobbe Dan Bricklin, uno studente di Harvard che aveva scritto un programma per previsioni finanziarie che riteneva perfetto per chi si occupasse di mercato immobiliare.
Fylstra prestò il suo Apple II a Bricklin che cominciò a progettare il programma con un suo amico, Bob Frankston (una sorta di genio matematico che aveva iniziato a interessarsi al mondo dei computer già all’età di tredici anni) e nel giro di un anno (nella primavera del 1979) fu pronto il primo prototipo del programma che venne chiamato VisiCalc. All’epoca lo spreadsheet era una novità assoluta nel campo del software: non esisteva nulla di simile per nessun tipo di computer.
La possibilità di vedere in anticipo che cosa sarebbe successo se si modificavano determinati valori rendeva il programma camaleontico e adatto praticamente a risolvere qualsiasi tipo di problematica finanziaria e gestionale.
Anche Markkulla vide il programma di Bricklin e Flystra ma non ne fu particolarmente colpito.
Ad ogni modo, nell’ottobre del 1979 VisiCalc fu distribuito attraverso la Personal Software: il programma ebbe un successo clamoroso, tanto che, il prezzo iniziale di cento dollari fu subito portato a 150.
Anno dopo anno, il suo successo aumentava in modo impressionante.
Nel 1979 ne furono spedite 500 copie al mese, nel 1981 si era arrivati alle 12.000 copie mensili.
VisiCalc non solo vendeva, ma faceva incrementare anche le vendite degli Apple II, l’unico computer sul quale girava.
Chiunque avesse voluto utilizzare il programma doveva per forza di cose comprarsi un Apple.
L’Apple II era anche uno dei pochi computer sui quali era possibile far girare uno dei primi word processor: l’Easy Writer, programma scritto da John Draper.
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