Un designer, Nuno Teixeira, ha creato un concept di una macchina fotografica digitale fatta da Apple. I rendering, che vedete in questa e anche nella sua pagina, sono notevoli. Non tanto per la qualità grafica, che sappiamo oggi essere praticamente indistinguibile dal vero (tanto che molte pubblicità utilizzano versioni digitali dei prodotti anziché scatti dal vero) quanto per le idee che ci sono dietro.
La fotocamera immaginata da Teixeira richiama una mirrorless che tra però ispirazione dal formato classico delle fotocamere a telemetro come la Leica. Obiettivo decentrato per garantire un buon grip, comandi semplificati, un obiettivo Zeiss con proprietà ottiche notevoli: T con stella rossa (gli obiettivi con vetri trattati della massima qualità da parte di Zeiss), f/2.8-4.5 con focale 9.0-72.
Il retro dell’obiettivo è minimalista: la Apple Cam, come l’ha chiamata il designer, ha pochissimi pulsanti. Sulla scocca posteriore cinque: un tasto funzione, uno per rivedere le foto, uno per accendere e spegnere il display, il tasto per i modi differenti di messa a fuoco (AE-L e AF-L) e un selettore on-off. C’è anche un poggia pollice per favorire il grip e la piccola griglia dell’audio per risentire quel che si è registrato con i video.
Davanti la mela, il simbolo di Zeiss e una lampada infrarossi per la messa a fuoco. L’obiettivo, incassato, fuoriesce per portare avanti lo zoom ottico ma poi ritorna a filo di scocca per dare una dimensione completamente piatta alla fotocamera che sul lato ha lo sportello per accedere alle porte Usb-C per la ricarica e trasferimento dati, entrata audio, e la scheda SD, si presume. Due anelli per agganciare la tracolla.
Sul ponte, la slitta a caldo è decentrata sul lato destro, mentre al centro campeggia un piccolo display Oled che serve per gestire le inquadrature preferite dagli amanti della street photography, cioè tenendo la camera a tracolla e azionandola a livello della cintura. A sinistra una ghiera con informazioni che cambiano, proiettate da un piccolo display, un pulsante per funzioni assegnabili e il pulsante di scatto.
Mancano un mirino LCD per le inquadrature e alcune altre cose (come una seconda ghiera per ISO e compensazione) mentre la scelta di non inserire un pad a quattro direzioni sul retro della fotocamera potrebbe essere tranquillamente gestita dal touch sullo schermo. Il flash, probabilmente LED ad alta potenza, è decentrato e con una sottile forma a striscia, sopra il logo della Apple.
L’artista ha deciso che la fotocamera di Apple sia disponibile in più colori e il materiale apparentemente gommoso. Ci sono molti particolari che non tornano (difficilmente Apple metterebbe il suo logo in posizione così esposta e con un salto di materiali così evidente, e difficilmente accetterebbe di esporre il logo Zeiss) e alcune scomodità (la mancanza di un mirino digitale) ma nel complesso l’idea cavalca per così dire lo spirito dei tempi.
Il sensore? Le caratteristiche tecniche? Ovviamente, essendo un concept, il designer non ha approfondito nessuna di queste se non che la mirrorless avrebbe un fattore di forma paragonabile a quello di uno smartphone, quindi molto piccola, un sensore full frame e ovviamente il software e i chip di Apple. Cosa che, renderebbe, assieme a un sensore di alta qualità e a una ottica Zeiss, la fotocamera uno strumento estremamente potente e capace.
Il designer ha ben presente, come chiunque altro sul pianeta, gli iPhone e la qualità delle immagini che si possono ricavare, e giustamente argomenta sostenendo che, se Apple decidesse di portare in ambito fotografico puro la sua capacità produttiva e il suo know how, produrrebbe una macchina compatta mirrorless con obiettivo zoom di altissima qualità. Soprattutto adesso che i prezzi non solo si stanno alzando, ma che si vede anche cambiare rapidamente la scena dei produttori, con Zeiss che da cinque anni pare aver abbandonato il suo progetto di fotocamera digitale ed essere uscita dal mercato, e le difficoltà degli altri produttori tradizionali.
Invece, quel che il designer non ricorda, forse perché troppo giovane o semplicemente perché non interessato, è un vecchio prodotti di Apple del 1994: la fotocamera Apple QuickTake.
La storia di Apple QuickTake
La fotocamera è stata una delle primissime prodotte tutte digitali per il mercato consumer e la prima che ha aperto veramente il mercato. Tanto che la rivista americana Time la definì “la prima fotocamera digitale per il mercato consumer” e l’ha inserita nella lista dei 100 gadget più importanti dal 1923 ai giorni nostri.
Apple QuickTake è stata commercializzata per soli tre anni in tre differenti varianti (nome in codice Venus, Mars e Neptune), ed è poi stata dismessa nel 1997. Due dei tre modelli del prodotto costruiti, cioè la 100 e la 150, sono state realizzate dalla giapponese Chinon Industries, e la 200, invece, è stata costruita da Fujifilm. Le fotocamere QuickTake avevano una risoluzione massima di 640 x 480 pixel pari a 0,3 megapixel. Il set di batterie AA aveva una durata minima, mentre il sensore CCD costruito da Kodak si è rivelato uno strumento affidabile e preciso.
La prima versione, la QuickTake 100, prodotta con Chinon e Kodak, era stata progettata a partire dal 1992 e presentata al MacWorld di Tokyo del febbraio 1994. Vinse vari premi di design e il suo prezzo iniziale di 749 dollari dell’epoca (pari a circa 1400 euro di oggi) la rendeva un prodotto costoso ma non impossibile da raggiungere. Inoltre, era anche la prima macchina fotografica punta-e-scatta pensata per funzionare direttamente con il computer. priva di una memoria estraibile, poteva salvare internamente 8 foto 640×480 oppure 32 foto da 320×240 o un mix delle due risoluzioni, sempre scattate con colori a 24 bit. Un software dedicato di Apple permetteva di scaricare ed editare in parte le fotografie.
I modelli successivi aumentarono la memoria a bordo e quindi il quantitativo di foto che si potevano salvare, aggiunsero uno schermo LCD per poter vedere la resa delle immagini scattate e funzionalità di scatto (come un controllo differente dell’apertura dell’obiettivo e della messa a fuoco).
La fotocamera non competeva sul mercato delle macchine fotografiche digitali per i professionisti ma aveva solo altri esempi di modelli prodotti dalla stessa Kodak, da Fuji e da altre aziende come Canon e Nikon.
Quella di Apple fu una fotocamera estremamente coraggiosa perché, più che radicalmente innovativa, apriva un settore nuovo nel quale c’era moltissimo valore (all’epoca il mercato della fotografia valeva circa 16 miliardi di dollari ed era totalmente analogico) e ancora mancavano però i prodotti di punta. Tanto che i primi due modelli, creati da Chinon, avevano una forma da binocolo monoculare e solo il modello realizzato da Fuji aveva una forma più simile a una tradizionale macchina fotografica. Solo la QuickTake 200 aveva uno slot per una card SmartMedia 5V.
L’obiettivo dei primi due modelli era un 50mm equivalente mentre l’ultimo era un 38mm equivalente. L’apertura era da f/2.8 a f/16 per i primi due modelli e f/2.2 a f/8 nella QuickTake 200 che aveva peraltro un otturatore capace di arrivare fino a 1/5000 di secondo, mentre i primi due modelli avevano un intervallo molto più limitato: da 1/30 a 1/175 di secondo. Una nota: per l’alimentazione usava tre o quattro batterie di tipo AA.
Mentre il nome “QickTake” è rimasto ancora oggi negli iPhone per indicare le funzionalità di scatto, la linea di fotocamere cadde sotto l’accetta di Steve Jobs nel 1997 quando, rientrato alla guida dell’azienda, chiuse una serie di linee di prodotti (Newton e LaserWriter, oltre a QuickTake) e semplificò la linea dei Macintosh.