Il mondo della stampa 3D si sta rivelando un prezioso alleato per combattere il coronavirus e numerosi “artigiani del digitale” si sono in tanti modi ingegnati per offrire accessori utilissimi nella lotta al COVID-19. In questi giorni abbiamo visto artigiani del 3D ingegnarsi per produrre valvole per i respiratori, prodotte in poche ore – anche a costo di violare brevetti – ma consegnarli prima ancora che le varie case produttrici riescano a farlo. Abbiamo visto artigiani del 3D ingegnarsi per creare mascherine, visiere protettive, creare accessori per convertire le maschere da snorkeling, e altro ancora.
Tutto questo nasce per via dell’emergenza. La produzione di massa non riesce a rispondere alle esigenze mediche ed è in corso un cambio di paradigma nella produzione, con gli artigiani del 3D che hanno ora un ruolo fondamentale mettendo a disposizione stampanti e know how per produrre componenti che possono salvare ogni giorno vite.
In Canada, un Boy Scout ha realizzato con la stampa 3D una asticella che rende più confortevole indossare le mascherine chirurgiche, ma sono tantissimi gli esempi di ciò che stato fatto e può essere fatto grazie a questa tecnologia. Non solo artigiani ma anche nell’ambito industriale la stampa 3D permette di accelerare la prototipazione e innovazioni dei processi produttivi. Abbiamo visto aziende varie produrre visiere protettive: Jaguar, Apple ma anche Nike, Adidas, Airbus, università in varie parti del mondo.
Formlabs, un fornitore di 3DZ, azienda leader in Italia nel settore nella vendita di stampanti e scanner 3D, sta lavorando per fornire agli ospedali tamponi di prova in 3D per testare il Covid-19. Durante i test i tamponi sono stati stampati in lotti da 300 pezzi su una singola piastra di costruzione Form 3. Il tutto con materiali certificati: Formlabs collabora da anni con la FDA, la Food and drug administration, l’ente statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. I vantaggi sono anche economici. 3DZ riferisce che con una semplice stampante, in poche ore, e ad un costo irrisorio (25 centesimi), si possano creare fino a 500 tamponi; con 20 stampanti si arriverebbe a produrre dai 10 ai 14 mila tamponi in ventiquattro ore.
iMarco Tormena, channel manager di Markforged, multinazionale americana, fa capire che la sfida sono le certificazioni medicali. Sul sito innovazionesociale.org, il manager riferisce: “Sono in corso test negli ospedali di Boston sia per le visiere che per i tamponi”, e spiega ancora: “Con 3DZ siamo in contatto per dare il massimo supporto agli ospedali d’Italia. In questo momento storico l’America e l’Italia, anche tramite la stampa 3D, sono in contatto quotidiano”. Non solo. Si sta lavorando anche alla realizzazione di protezioni per il viso.
“Forniamo il design ai nostri clienti e partner in modo che possano usarlo nelle loro comunità locali”. “L’asticella in plastica deve essere flessibile, resistente ma allo stesso tempo non troppo rigida per non danneggiare il naso del paziente. La flessibilità dei materiali di stampa 3D, con la possibilità di rinforzare il pezzo solo in alcuni punti, rendono questa soluzione particolarmente utile. La stampa 3D può trasformare una linea di produzione dalla creazione di profumi a disinfettante per le mani o fornire una parte mancante”.
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