Dopo cinque anni di viaggio, la sonda Juno è entrata nell’orbita di Giove ed è pronta esplorare il gigante gassoso. Varie tecnologie a bordo permetteranno di ottenere dettagli e informazioni sul quinto pianeta del nostro sistema solare, il suo ambiente magnetico e la storia della sua formazione.
Il nostro Paese ha messo a disposizione due tecnologie per la sonda in questione. Jiram (acronimo di “Jupiter Infrared Auroral Mapper”), per lo studio delle aurore e dell`atmosfera e un transponder in banda ka per studi gravitazionali. Jiram è stato fornito dall`agenzia spaziale italiana ed è statosviluppato con il supporto scientifico dell`istituto nazionale di astrofisica.
Leonardo-Finmeccanica ha realizzato la JIRAM (Jovian Infrared Auroral Mapper), spettrometro ad immagine (finanziato dall’ASI, realizzato da Finmeccanica e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF di Roma) che nell’infrarosso svolgerà indagini negli strati superiori dell’atmosfera gioviana andando a caccia di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina; ma soprattutto fornirà immagini delle spettacolari aurore infinite che “decorano” i poli di Giove.
Il Ka-Band Translator è uno strumento di radioscienza realizzato dall’Università La Sapienza di Roma e da Thales Alenia Space Italia sempre con il supporto di ASI. In realtà, spiega l’INAF, di italiano c’è anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica, che ha guidato Juno verso l’orbita gioviana, dove continuerà a inviare informazioni sulla posizione della sonda, permettendole di mantenere sempre la rotta prestabilita. La sonda porta con sé anche una placca dedicata a Galileo Galilei, fornita dall’Agenzia Spaziale Italiana: una copia in alluminio dell’originale manoscritto in cui Galileo ha descritto per la prima volta le 4 lune di Giove, note infatti come lune galileiane. A bordo anche 3 figurine LEGO, che rappresentano Galileo, Giove e sua moglie Giunone.
Una curiosità: il single-board computer usato dalla sonda è un IBM RAD750, prodotto da BAE Systems per ambienti soggetti ad alti livelli di radiazione. Il processore del computer è basato su un core PowerPC 750 (lo stesso che era sfruttato sui vecchi PowerMac G3). Il processore è progettato per resistere ad alti livelli di radiazioni ionizzate e quindi viene utilizzato da satelliti artificiali e sonde. Il RAD750 è stato messo in commercio nel 2001 e i primi lanci nello spazio avvenuti a partire dal 2005; anche la sonda Mars Reconnaissance Orbiter utilizza un RAD750 come sistema di bordo.
Success! Engine burn complete. #Juno is now orbiting #Jupiter, poised to unlock the planet's secrets. https://t.co/YFsOJ9YYb5
— NASA (@NASA) July 5, 2016